«È l’ultimo giorno di scuola e, come da tradizione, le maestre distribuiscono un dono ai bambini della scuola materna. In classe c’è emozione tra i piccoli alunni e anche Giovanni (nome di fantasia), 4 anni appena compiuti non vede l’ora di scartare il suo. Che cosa sarà? Chiede emozionato a un amichetto mentre le maestre hanno iniziato a distribuire i regali. Lo saprà poco dopo quando i pacchi saranno finiti e lui resterà a mani vuote. Un errore? Macché, una punizione, perché Giovanni è stato “cattivo”, anzi “troppo agitato a causa del suo carattere”, spiegano le insegnanti mentre il piccolo alunno ha i lucciconi agli occhi. “Se ti comporterai bene lo avrei a gennaio”, aggiungono le insegnanti mentre gli altri bambini hanno già iniziato a giocare con i doni. Giovanni è l’unico a uscire da scuola senza avere in mano il pacchetto natalizio e si vergogna tanto, è mortificato. Torna a casa e in lacrime racconta tutto alla mamma. La signora quasi non ci crede, pensa a un fraintendimento, poi chiama la scuola e, secondo il racconto che poi farà sui social, riceve una conferma che ha il sapore della beffa. La notizia in poco tempo diventa virale sui social con una raffica di commenti contro le insegnanti e di consolazione per il piccolo protagonista della storia. Che viene pubblicata anche sul Tirreno. La preside della scuola della Versilia si scusa con i genitori e chiede alla mamma del bambino di poterla incontrare. Ma il provveditore di Lucca, Donatella Buonriposi, fa sapere di aver disposto l’apertura di un’indagine interna e non esclude un provvedimento disciplinare contro le maestre» [Gasperetti, Corriere della Sera].
Le maestre si sono pentite. Hanno spedito una mail in cui dicono: «Chiediamo scusa per aver preso una decisione sbagliata e ci dispiace per il bambino», ricordano il «momento difficile» in cui sono chiamate a «operare», e aggiungono: «Siamo ulteriormente dispiaciute perché in tanti anni di lavoro non ci siamo mai messe in una situazione di questo tipo né vorremmo che ne risentisse la scuola che da sempre è stata apprezzata dai genitori» [Montanari, Rep].