«Bari. Non siamo né migranti, né trogloditi. Non vogliamo carità o accoglienza. Siamo braccianti, siamo lavoratori. Noi pretendiamo soltanto i nostri diritti». Davanti al santo nero, al santo dell’accoglienza, quello arrivato dal mare e che unisce cristiani e ortodossi, grandi e bambini, visto che l’altro nome di San Nicola è Santa Klaus, i nuovi schiavi d’Italia hanno chiesto ieri mattina di essere chiamati e protetti per quello che sono: braccianti.
Lo hanno fatto occupando in maniera simbolica la basilica di San Nicola di Bari, chiedendo al Vescovo, monsignor Francesco Cacucci, di farsi mediatore con il presidente della Regione, Michele Emiliano.

In Puglia, e in particolare nel foggiano, sta accadendo qualcosa di molto particolare. Da qualche settimana — su mandato esplicito del ministro dell’Interno, Matteo Salvini — è in corso, infatti, lo sgombero di Borgo Mezzanone, uno dei più grandi ghetti d’Italia abitato, come in questo periodo, da quasi quattromila persone. Le ruspe stanno abbattendo le baracche e i braccianti vengono trasportati in centri di accoglienza. La maggior parte di loro si sta però spostando altrove, creando così altri micro ghetti» [Foschini, Rep].
Mentre, come ogni mattina, andavano al lavoro in bicicletta verso le campagne del Foggiano, due braccianti extracomunitari – un senegalese di 33 anni e un cittadino della Guinea Bissau di 26 – sono stati avvicinati da un’automobile scura da cui è partito un fitto lancio di sassi che li ha colpito in testa e sul corpo. Soccorsi dal 118, guariranno in cinque o sei giorni.
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