A Strasburgo oggi debutta il nuovo Parlamento. A Bruxelles però il consiglio europeo non ha ancora deciso le nomine che i nuovi deputati dovranno votare. Il vertice di domenica s’è concluso con un nulla di fatto e i capi di Stato e di governo si riuniscono oggi per trovare un accordo.
Niente da fare per l’olandese Frans Timmermans, dato per favorito fino a domenica per la successione a Jean-Claude Juncker alla guida di palazzo Berlaymont. A opporsi alla sua nomina una decina di Paesi. Oltre ai quattro del Visegrad, anche l’Italia.
Spiega il premier Giuseppe Conte: «Non abbiamo niente contro la candidatura di Timmermans, politico di assoluto valore, ma non possiamo accettare un pacchetto di nomi stabilito altrove con un sistema che non funziona». In pratica Conte, checché ne pensi Matteo Salvini, non s’è detto contrario a Timmermans come presidente, bensì al pacchetto di commissari, costituito dall’asse franco-tedesco, che si porta dietro: «Le norme non lo prevedono», «si vota sulla persona» e poi «ho ricordato che l’Europa è a 28 e non a due. Ho sempre avuto una posizione diversa da Visegrad, a loro interessava solo affossare Timmermans, a me no, non era questo il punto. Per me era una questione di principio e di metodo».
La cancelliera Angela Merkel ha spiegato che non sono andati al voto perché intanto nessuno avrebbe ottenuto la maggioranza: «Non potevamo votare con l’Italia contro», ha ammesso. Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di un fallimento: «Abbiamo dato un’immagine molto negativa dell’Europa. Nessuno può essere contento dopo tante ore. Questo fallimento è dovuto alle divisioni in seno al Partito popolare europeo e di tipo geografico in seno al Consiglio».
Oggi sul tavolo non ci sono nuovi nomi ma si cercheranno compromessi per una nuova intesa. Possibile la nomina della bulgara Kristalina Georgieva, attuale direttrice generale della Banca mondiale, alla commissione, con Tiemmermans alla presidenza del consiglio.
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