Ettore Livini di Repubblica è andato a Bistrot Paulpetta di Monza ad assaggiare «cinque palline dorate fresche di frittura», vale a dire cinque polpette servite con contorno di patate e salsa di cavolo. Trattandosi di giornalista onesto, crediamo al suo entusiasmo: «la crosta si spezza al momento giusto, l’interno ha il colore rosato di un Big Mac, l’umidità e la consistenza sono quelli tipici della perfetta cottura al sangue. E una volta al palato le cose vanno ancora meglio: morbide, con un retro-gusto di carne che – inghiottita la prima – ti obbliga ad attaccare subito le quattro superstiti». Il fatto è che «negli ingredienti non c‘è traccia di carne. Il rosso del sangue, simile in tutto e per tutto a quello di una fiorentina, è succo di barbabietola.
Gli ingredienti sono tutti vegetali: proteine di piselli, olio di cocco, fibre di bambù». Viviana Veronesi, titolare del locale: «Per produrle si consuma il 99% di acqua e il 93% di terra in meno e si riducono del 90% le emissioni di CO2 rispetto a una polpetta tradizionale». Livini ricorda che non a caso a Wall Street il titolo di Beyond Meat, produttore di queste polpette, ha triplicato la quotazione in due settimane.
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