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venerdì 26 Aprile 2024
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Civiltà Digitale, il resoconto della terza edizione del Digital Day

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Si è svolta ieri, 10 dicembre, la terza edizione del Digital Day, l’appuntamento annuale di MOONDO dedicato all’evoluzione digitale. Dopo la prima edizione del 2017 in collaborazione con la Regione Lazio, una seconda in collaborazione con l’Università di Viterbo, la terza edizione 2019 ha visto la partnership con il Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA e la piattaforma VENTIS che ha ospitato l’evento nella sua sede di Roma.

Per questo terzo appuntamento il format scelto è stato un workshop, per stimolare il confronto diretto tra professionisti, imprenditori, imprese istituzioni ed autorità di governo. Il tema centrale del #dday 2019 è stato quello delle imprese di comunicazione e della finanza, i partecipanti hanno potuto discutere del processo di digitalizzazione degli istituti di credito e del nuovo ecosistema digitale che si sta creando, e il nuovo modo di comunicare.

Numerosi sono stati gli interventi che hanno riempito l’intera giornata con approfondimenti e spunti di riflessione interessanti riguardo alla nuova era digitale che stiamo vivendo.

Dopo il benvenuto di Antonio Galiano, Head of E-bank del Gruppo Bancario Coop. ICCREA e l’introduzione del Direttore di Moondo Giampaolo Sodano, si è dato il via al ricco programma.

Antonio Galiano ed Eleonora Gabriele, Project Management & Innovation E-bank, hanno illustrato Ventis, l’e-commerce del Gruppo bancario cooperativo, come ecosistema digitale a supporto delle Bcc e delle Pmi. Un portale che promuove ed incentiva il made in Italy e le eccellenze internazionali, creando quel solido rapporto di fiducia con i clienti (spesso anche soci) che è alla base della filosofia de del Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA.

Di seguito l’intervento di Maurizio Primanni, presidente di Excellence Consulting dal titolo “La Banca di domani è oggi”. Primanni ha illustrato, con dovizia di dati e particolari, il trend del sistema di credito a livello mondiale, tracciando il futuro delle banca di domani, mostrando che in realtà questo futuro è già iniziato. Di qui l’invito del Presidente di Excellence Consulting alle banche italiane: cambiare pelle e passo, puntando su nuove funzioni, su tutte l’ambito consulenziale, migliorando l’accesso ai dati e l’analisi del cliente, elogiando per questo la lungimiranza di Iccrea con il progetto Ventis. Sempre in tema di di pagamenti digitali, è intervenuto Giovanni Maria Lione, Head of Digital Regulatory Compliance di Postepay, con un approfondimento sull’open banking come uno dei cardini della PSD2.

Durante la giornata si è dato spazio alle startup: Quakebots, Symbiotiqa, BizPlace, BAICR, Fhoster che hanno esposto i loro progetti innovativi ad alto potenziale di crescita.

La digitalizzazione sta trasformando la società, creando un nuovo modello di uomo-impresa, questo il secondo tema trattato nella giornata. In merito è intervenuto Diego Padovan, CEO di DPO Compliance Consulting, che ha presentato il suo nuovo progetto: Civiltà Digitale, un gruppo di pensiero dedicato alla rivoluzione digitale in atto, finalizzato a dare un supporto concreto allo sviluppo digitale della società grazie all’intervento di professionisti del settore che mettono a disposizione le loro competenze.

Lucio Fumagalli dopo aver presentato, in qualità di Presidente, la startup BAICR è tornato al microfono per il suo intervento “Radici e immagini del futuro, generazione e mestieri a confronto tra innovazione e sapere consolidati.” A seguire Daniele Fattaccio, Growth Hacker, che ci ha esposto come il modo di fare marketing sia inevitabilmente cambiato negli ultimi tempi, con l’utente sempre più centrale nella scelta del metodo da adottare per far accrescere il business il più rapidamente possibile. Il Growth Hacking è quindi un nuovo mindset, un nuovo approccio, un processo rapido di sperimentazione del prodotto e sui canali di marketing per trovare il modo più efficiente per far crescere un business.

La professoressa di Politica Economica Maria Alessandra Rossi, ci ha parlato del cambiamento tecnologico e delle nuove competenze in seguito allo svilupparsi dell’intelligenza artificiale che impatta su molteplici settori.

Poi la parola all’avvocato Piera Di Stefano fondatrice del progetto Avvocati del Web, un servizio di tutela e riabilitazione della reputazione sul web di persone fisiche e aziende. Durante il #dday ha trattato due temi molto dibattuti e sensibili come il diritto all’oblio digitale, tra tecniche di bilanciamento e barriere territoriali ed approfondito il concetto di “ergastolo digitale”.

La mattinata si è conclusa con l’intervento del Professor Mario Pacelli che ci ha posto una domanda interessante: “Si può oggi regolamentare il digitale? E domani?”, affrontando il tema da un punto di vista giuridico, ma anche sociologico. Sottolineando che “La tecnologia, il digitale, Internet, può favorire lo scambio di comunicazione tra politica e cittadini, anzi tale processo andrebbe incentivato in tutti i modi, ma la scelta susseguente resta comunque del politico e può anche essere difforme dall’indicazione della maggioranza dei cittadini che si sono espressi online. La scelta politica è del politico, che se ne deve assumere in toto la responsabilità”.

La seconda parte dell’evento riparte con Alessandro Angelelli, direttore editoriale di Moondo, Secondo Angelelli la fase storica che viviamo è molto più complicata di quanto possa apparire. “Siamo sicuri di conoscere noi stessi? E di conoscere il nostro “nemico”? Io credo di no, che non conosciamo bene nessuno dei due, in una fase di cambiamento totale del paradigma economico e socio-culturale. Siamo da anni impegnati ad analizzare ed applicare le innovazioni della digitalizzazione su processi produttivi e prodotti, ma non abbiamo posto la stessa attenzione sull’analisi dell’impatto che questo cambiamento genera sull’essere umano. Tendiamo a sottovalutarlo, a capirlo in ritardo, non riusciamo ad immaginarne e valutarne l’impatto sul tessuto sociale e questo perché quel tessuto sociale è già mutato”. La domanda che si pone Angelelli è: siamo di fronte ad una invasione, ad una nuova “Civiltà”, digitale appunto? La riflessione lo porta a queste considerazioni: “Viviamo una fase di Transizione con queste caratteristiche: 1) le tecnologie digitali hanno messo in luce la centralità dell’informazione nel processo di creazione di nuova ricchezza; 2) l’informazione si “nutre” di dati, che diventano la materia prima più importante, più ricercata e pagata del terzo millennio; 3) emerge quindi la necessità di estrarre il maggior numero di dati, dal maggior numero di fonti possibili (che siano individui, macchine, robot, ecc.); 4) l’elemento di “rottura” rispetto ad una normale “crisi”, quello che ci fa parlare di Transizione, è il fatto che, per la prima volta nella storia dell’economia capitalistica la principale materia prima non è finita, non è rara, ma si presenta come pressocchè infinita e continuamente rinnovabile, autorigenerandosi in un ciclo continuo”.

E’ la volta dello scrittore e giornalista, Sergio Bellucci, esperto di innovazione tecnologica che ha da poco pubblicato il suo ultimo libro “L’industria dei sensi“, un percorso affascinante che ripercorre le grandi trasformazioni della storia dell’uomo, dalla scrittura per arrivare alla tecnologia digitale e che ci pone importanti domande su cosa ci riserverà il prossimo futuro, soprattutto dal punto di vista del lavoro. Secondo Bellucci, il risultato dell’industria dei sensi è un capitalismo fortemente condizionato, in cui il senso della vita non si costruisce più attraverso relazioni maturate in seno a scuola, famiglia oppure partiti e sindacati, ma quasi esclusivamente all’interno del sistema mediatico. Si può uscire da questa morsa, secondo la visione di Bellucci, soltanto attraverso un nuovo modello di stato sociale, definito welfare delle relazioni.

Segue Glauco Benigni, giornalista, con l’intervento dal titolo “Verso il transumanesimo: i “corpi digitali” eterni prodotti con i Big Data”, che non possono morire incatenati nella memoria del mondo digitale. Una riflessione sul cambiamento sociale scatenato dalla rivoluzione digitale, con la speranza che si riesca a generare “una reazione ancora umana”.

Altro tema trattato e vivacemente dibattuto è stato quello del protocollo Blockchain, esposto da William Nonnis, blockchain consultant del Ministero della Difesa. Il Blockchain viene spiegato come un nuovo paradigma che cambierà le strutture dell’organizzazione sociale con l’Uomo come figura centrale.

Conclude la giornata Aldo Di Russo, che ha riportato la platea alla “realtà”, parlando del suo lavoro di regista e creatore di installazioni museali, della differenza tra novità e innovazione e dell’importanza delle emozioni umane e della curiosità, stimolate e facilitate dalle nuove tecnologie, ma che da queste non possono ne devono essere sostituite.

Questo il commento alla giornata del direttore di Moondo Giampaolo Sodano.

“Una terza edizione del DIGITAL DAY di cui possiamo andare fieri, frutto del lavoro di una squadra intelligente e motivata e della partnership con il gruppo bancario di credito cooperativo ICCREA e con la piattaforma VENTIS. In un sistema bancario del nostro paese che somiglia molto a quei partiti che vedono che il reale è cambiato, capiscono che è necessario innovare, ma non sono capaci di farlo. Chiudono sportelli e agenzie, licenziano personale, mettono a posto i conti e crescono i ricavi per gli azionisti, ma di vera innovazione nemmeno l’ombra. Forse non hanno capito che la rivoluzione digitale non è tecnologica ma rivoluzione nella vita delle persone. Moondo ha scelto la partnership con le banche di credito cooperativo perché per queste banche il rapporto con le persone, l’attiva solidarietà con l’impresa e la famiglia, costituisce la ragion d’essere del loro operare nelle comunità locali. Nonostante i canali digitali abbiano trasformato il sistema bancario, e i clienti abbiano accolto tale cambiamento, la maggior parte delle attività bancarie implica ancora l’interazione umana.

I manager delle BCC non saranno rimpiazzati dagli algoritmi: una previsione della McKinsey sottolinea che la banca non dovrà rinunciare agli sportelli, ma «bisognerà fare in modo che le filiali si specializzino», nel senso di una conoscenza approfondita del territorio e dei clienti. Per le BCC è una straordinaria opportunità perchè queste banche hanno consolidate radici nel territorio e una tradizionale “familiarità” con il cliente e quindi sono in grado di combinare efficacemente canali digitali e umani per creare un’offerta omnicanale senza soluzione di continuità. Per ICCREA è una occasione storica: perderla potrebbe essere fatale e non solo per il quarto gruppo bancario del nostro Paese.

In questo contesto, ad un osservatore superficiale, la piattaforma Ventis potrebbe sembrare estranea al core business della banca: al contrario è una innovazione che può dare alle BCC un vantaggio competitivo. Infatti una piattaforma digitale che può offrire prodotti e servizi a clienti e soci è certamente cosa utile, ma Ventis potrebbe essere soprattutto la risposta alla domanda di fiducia di soci e clienti che oltre a prodotti e servizi certi hanno bisogno di informazione e di conoscenze da una fonte che ha la credibilità e l’autorevolezza che gli proviene dall’essere di proprietà dei soci stessi”.  

Dalla giornata di lavoro sarà realizzato un ebook disponibile per i lettori di Moondo, con tutti i contributi disponibili in formato video, podcast e testuali, comprese le slide di presentazione utilizzate dai relatori, nella speranza di stimolare il dibattito ed arricchirlo di nuove riflessioni ed approfondimenti di chi vorrà contribuire, come nello “stile” di Moondo.






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