Il governo ha deciso di procedere con la Tav. È stato il premier Giuseppe Conte a spiegare il perché in una diretta Facebook: «Non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo, e dico questo pensando all’interesse nazionale. Questa è la posizione del governo, ferma restando la sovranità del Parlamento.
A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe assumere una decisione unilaterale, viste anche le leggi di ratifica adottate proprio del Parlamento su questo punto». Il ragionamento di Conte è partito da quanto lui stesso aveva detto il 7 marzo («Non credo che la Tav serva all’Italia»), spiegando che le condizioni da allora sono cambiate: «Sono intervenuti fatti nuovi, di cui dobbiamo tenere conto nella risposta che venerdì il governo dovrà dare per evitare la perdita dei finanziamenti europei.
L’Europa si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento. Per la tratta nazionale l’Italia potrebbe beneficiare del finanziamento del 50 per cento». Pochi minuti dopo la fine della diretta Facebook, il vicepremier Luigi Di Maio di è dissociato dalla posizione di Conte, ha ribadito «il no del M5s» e ha detto che «deciderà il Parlamento se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari». Travaglio sul Fatto ha commentato con un pezzo intitolato: «vince il partito degli affari, pèrdono il M5S e gli italiani».
«Toninelli, a questo punto, o metterà la sua firma in calce a quella di Conte nel documento che ufficializzerà venerdì la scelta italiana, perdendoci la faccia, o dovrà dimettersi per tenere il punto e accontentare l’ala più dura pentastellata»
[Sorgi, Sta].
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