lunedì 25 Novembre 2024
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Coronavirus e petrolio: l’oro nero che nessuno compra più

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Succede Oggi

Sole sul Centro-nord e nuvole sul Sud, con un po’ di pioggia su Calabria, Sicilia e Sardegna • Forse si tiene già oggi il consiglio dei ministri dedicato al varo del decreto che renderà possibile l’immissione di 200 miliardi nei conti delle aziende italiane (più probabilmente nel week-end) • Autopsia sul corpo di Lorena Quaranta • Teleconferenza sul coronavirus tra i ministri degli Esteri della Ue • A mezzogiorno Salvatore Rossi sul sito della Laterza per cui ha scritto La politica economica italiana dal 1968 a oggi • “StayOnAir” alle 18 con tanti cantanti • Esce 16 marzo di Achille Lauro • Alberto Angela porta a spasso Fiamma Satta nelle sale di Palazzo Massimo alle Terme di Roma (Rai Tre, ore 16.10) • Il Vangelo di oggi: Gesù, che i Giudei vogliono lapidare, attraversa il Giordano.

Petrolio: l’oro nero che nessuno compra più

Il Brent del Mare del Nord, all’indomani del guadagno di oltre il 20% di ieri, è in calo del 3,8% a 28,8 dollari il barile. Già in serata, la portata delle anticipazioni del presidente degli Stati Uniti sono un imminente taglio da dieci milioni di barili si era ridimensionata: un portavoce del Cremlino aveva quasi subito precisato che non ci sono stati colloqui tra Vladimir Putin ed il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammad bin Salman, come aveva invece affermato Trump nel suo tweet. La stessa Arabia Saudita, anche ammesso abbia deciso di negoziare, per il momento sta andando avanti a tutta forza con l’incremento della produzione annunciato il mese scorso, proprio nel momento in cui la domanda crolla. Goldman Sachs e Citigroup affermano di essere scettici sull’efficacia dei tagli, ammesso che arrivino, non dovrebbero riuscire, almeno nel breve periodo, a riequilibrare un mercato completamente sbilanciato. La ripartenza delle importazioni della Cina, dove le raffinerie sono tornate a lavorare quasi al massimo, non basta a colmare un surplus di dimensioni colossali: nelle aree remote ed interne, quelle più distanti dai terminali di carico, il petrolio fisico è ormai sceso a valere meno di dieci dollari il barile. Arabia Saudita e Russia, possono permettersi di aspettare, senza grandi danni, chi invece deve muoversi, perché la situazione rischia di diventare insostenibile, sono gli Stati Uniti, diventato negli ultimi vent’anni, grazie allo share oil, uno dei grandi produttori mondiali, non soltanto un grande acquirente. La lobby dei petrolieri, capeggiata da quelli del Texas, fino a pochi giorni fa contraria a qualsiasi trattativa con l’Opec, pare aver rivisto la sua posizione e da domani si confronterà con la Casa Bianca sulla possibilità di apertura di un negoziato con altri paesi.

petrolio

Ci sono 80 superpetroliere cariche che vagano per gli oceani in cerca di un terminal, di un compratore, per il loro carico di milioni e milioni di barili di greggio. Non ci sono più clienti per l’ormai ex “oro nero”. Il prezzo precipita, ieri faticava a tenere i 22,61 dollari al barile, e con lui le economie del Golfo Persico. Tremano gli sceicchi perché sulla sfida tra Russia e Arabia Saudita per il prezzo del greggio si è innestato il blocco mondiale per il coronavirus. Dalla fine di gennaio sono stati cancellati 16.000 voli in Medio Oriente. L’Arabia Saudita ha perso 15,7 milioni di passeggeri e con loro 3,1 miliardi dollari, gli Emirati Arabi Uniti 2,8 miliardi.
Ogni Stato ha un suo modo per affrontare questo crollo. Gli Eau stanno aiutando le compagnie aeree con prestiti, rinviando il pagamento di tasse e debiti. In Paesi deboli come Egitto, Libano e Giordania è probabile che le compagnie chiudano. Questo sta mettendo in pericolo centinaia di migliaia di posti di lavoro: equipaggi, manutenzione, marketing, agenzie di viaggio, alberghi, guide turistiche e via discendendo. Ad Abu Dhabi la scorsa settimana hanno deciso di immettere 100 miliardi di dollari nell’economia, metà per aiutare le grandi aziende e metà per le piccole e medie imprese e i privati cittadini. Tutto per cercare di rianimare il settore immobiliare che già era in profonda crisi prima della pandemia. L’obiettivo è quello di mantenere in funzione l’economia il più possibile e impedire alla gente allarmata di correre a ritirare i propri depositi. La vita diventerà più dura per tutti gli abitanti del Golfo che hanno avuto finora vita facile, senza tasse, lavori garantiti, servizi gonfiati e infrastrutture superbe. Il più notevole piano per diversificare l’economia dal petrolio è il Vision 2030 dell’Arabia Saudita che si sta rivelando però un mezzo fallimento. Non tremano solo i polsi ai membri del club degli arabi super ricchi – i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti [Eau], Qatar, Bahrain, Oman) – ma quelli di tutto il Medio Oriente. Donald Trump contava su 50 miliardi di aiuti per il suo piano in Israele e Palestina, 23 miliardi di dollari del Golfo hanno impedito il collasso dell’economia egiziana dopo il colpo di Stato di Al Sisi nel 2013. Libano e Giordania speravano di ottenere aiuti per evitare il default. Ma, come ha rivelato il Fmi, il gigantesco bancomat del mondo arabo che era il Golfo sta finendo i soldi. Gli enormi depositi di petrolio a terra sono stracolmi di greggio che al momento nessuno compra. Lo scorso 10 marzo la Saudi Aramco – compagnia di idrocarburi dell’Arabia Saudita – si è impegnata a portare a 12,3 milioni di barili di petrolio la produzione giornaliera. Lo stesso giorno la Russia ha annunciato che avrebbe incrementato la produzione di mezzo milione di barili al giorno. E il prezzo è precipitato subito del 30%. Il blocco progressivo per la pandemia del coronavirus ha frantumato ulteriormente il prezzo che secondo molti analisti potrebbe scendere anche a meno di 20 dollari al barile. Questo è uno sviluppo positivo per i grandi consumatori di energia come la Turchia e per i piccoli Paesi “poveri” come Giordania, Libano, Siria, Marocco che godono ora di prezzi bassi. Ma per il club degli sceicchi è una grave minaccia perché gli Stati del Golfo ottengono dagli idrocarburi 80 centesimi per ogni dollaro di Pil, mentre dal resto delle loro economie solo 10 cent. Per sostenere i piani economici di emergenza e impedire che i bilanci scendano verso deficit pericolosi, gli Stati del Golfo non possono permettersi che il prezzo vada al di sotto dei 40-50 dollari al barile.
Si prevede che i membri dell’Opec ridurranno la quota di 1,5 milioni di barili al giorno per far crescere il prezzo ma forse è troppo tardi. Alla fine gli Stati del Golfo potrebbero trovarsi costretti a svendere asset all’estero per finanziare la propria sopravvivenza. L’impatto di un Golfo più povero poi si estenderà al Medio Oriente. Sono i petrodollari a svolgere un ruolo contro le ambizioni regionali dell’Iran e tenere in piedi le economie di molti Paesi. Gli sceicchi offrono lavoro a 25 milioni di egiziani, libanesi e palestinesi [IlFattoQuotidiano].

«Arabia Saudita e Stati Uniti hanno aperto alla possibilità di tagli di produzione, anche di grande entità: una prospettiva che ha entusiasmato gli investitori, tanto da far impennare le quotazioni del Brent del 47% nel corso della seduta, il maggior rialzo di sempre (anche se in seguito si sono riportate poco sotto 30$, in progresso di circa il 20%). Con il passare del tempo è diventato evidente che non sarà facile arrivare a un risultato concreto: non si sa ancora con precisione quali Paesi siano disposti a chiudere i rubinetti, né come si ripartiranno i sacrifici e quando lo faranno (di certo non subito, comunque). In fin dei conti non si sa nemmeno se si arriverà davvero a un’azione coordinata: un evento storico nel caso in cui si realizzasse con la partecipazione degli Usa [Bellomo, Sole].

Clamoroso

Il fondo sovrano norvegese ha bruciato l’equivalente di 114 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2020 in conseguenza del crollo delle azioni provocato dal coronavirus.

In prima pagina

• Stando ai dati della Protezione civile, ieri si sono registrati 2.477 contagi in più e, in percentuale ai tamponi effettuati, è il dato più basso da un mese. I morti sono stati 740 e 1.431 i guariti. A Bologna il primo detenuto vittima del coronavirus. I medici che hanni perso la vita sono 69, i sanitari contagiati diecimila. Fontana: «Da Roma solo briciole, ci siamo arrangiati». La replica del governo: «Lo Stato fa di tutto». La Germania ha accolto 34 pazienti della Lombardia
• Mezza umanità – 3,9 miliardi di persone – è costretta in casa. È stato superato il milione di contagi nel mondo. In Spagna diecimila vittime. La Francia ha chiuso i confini
• Rinviato il Festival di Spoleto
• Gli Usa non invieranno più mascherine e respiratori agli altri paesi. Rinviata ad agosto la convention dei Democratici. Il presidente delle Filippine Duterte ordina di sparare a chi viola la quarantena. Putin prolunga le restrizioni fino al 30 aprile. L’Iran ha vietato la pubblicazione dei giornali. Cadaveri lasciati per strada in Ecuador. Sono circa 6.500 i casi di coronavirus in Africa, il Sudafrica è lo Stato più colpito. Settimo infettato in Vaticano
• Sono già state presentate all’Inps 1,6 milioni di domande per il bonus da 600 euro destinato ai lavoratori autonomi
• In Inghilterra la British Medical Association ammette che si tolgano i ventilatori a chi ha più probabilità di morire
• Quasi dieci milioni di americani hanno chiesto il sussidio di disoccupazione (è un record).
• Arabia Saudita e Stati Uniti hanno aperto alla possibilità di tagli alla produzione di petrolio, anche di grande entità (in Terza Pagina)
• L’Unione Europea ha condannato Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca per non avere attuato l’accordo di ricollocamento dei rifugiati
• L’esame di maturità sarà solo orale se non si rientrerà in classe entro il 18 maggio. È quanto prevede il decreto legge che sarà approvato dal Consiglio dei ministri nel weekend
• In questo mese di isolamento è cambiata la spesa degli italiani: meno pasta e riso, grande richiesta di farina, lievito e tinte per capelli
• Bernie Sanders padre a 89 anni
• Raffaele Cantone si avvicina alla carica di capo della Procura di Perugia: ieri ha ottenuto la maggioranza dei voti nella commissione incarichi (contro ha votato Davigo). La nomina arriverà al plenum del Csm
• È stato l’inverno più caldo di sempre in Europa: +3,4 gradi
• In Pakistan è stata annullata la condanna a morte di Ahmed Omar Saeed Sheikh che era accusato di aver ucciso nel 2002 il giornalista americano Daniel Pearl.
• È stato fermato definitivamente il primo campionato di calcio in Europa, quello belga. Bruges proclamato campione
• La MotoGP ha posticipato il gran premio di Francia del 17 maggio
• McLaren taglia lo stipendio ai piloti. È la prima scuderia di Formula 1 a farlo.

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