La crisi si sente nei consumi: le vendite al dettaglio sono calate in dicembre dello 0,7%, i cinema hanno venduto nell’ultimo weekend di febbraio il 30% di biglietti in meno dello stesso periodo 2018, gli acquisti di auto a gennaio sono crollati del 7,9% causa sboom delle vetture di lusso (-41%), sempre più persone si sono orientate sui modelli più economici, cresciuti del 5%.
Si tratta di risparmi definiti “prudenziali”, cioè accumuli provocati dal timore di tempi peggiori: a fine gennaio, sui nostri conti correnti, c’erano 25,9 miliardi di euro in più rispetto al 2018. Nicola De Carne, partner di Nielsen: «tra settembre 2018 e fine gennaio 2019 il giro d’affari dei discount, dove lo scontrino è low-cost, è salito del 4,9%, quello dei nuovi grandi magazzini al risparmio di detersivi & C. del 6,3%».
Sempre nel periodo settembre 2018-gennaio 2019: olio d’oliva -11% (42 milioni di incasso in meno), zucchero -9,6%, polpa di pomodoro per i sughi -4%, latte -2%. «Il peggio però, per gli esperti, rischia ancora d’arrivare. Le sforbiciate alle spese sanitarie (-3,3% i medicinali venduti nel 2018), la picchiata dell’elettronica dopo il boom del Black Friday e lo stop alle compravendite di case – calate per la prima volta in 18 mesi nel terzo trimestre 2018 – sono un brutto segnale [Livini, Rep].
«In gran spolvero tuttavia le materie base per l’aperitivo, con 15 milioni di euro di snack salati venduti in più e altrettanti di Prosecco Doc».
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