Sulla donna, e soprattutto sull’essere donna, esistono da secoli giudizi, pregiudizi, superstizioni, stereotipi, stigma sociali. Il suo cammino nella storia è stato pieno di difficoltà e ostacoli, ma proprio per questo ancor più ricco di traguardi; eppure il percorso per raggiungere una vera parità di genere non può ancora definirsi compiuto.
Il ruolo della donna nella storia
A seguito di un importante matriarcato, in cui la donna nelle civiltà antiche era fortemente venerata, nell’Antica Grecia e nell’Antica Roma il suo ruolo cambia radicalmente perché sottomessa a un ordine patriarcale nell’ambito sociale e familiare. Nel Medioevo, oltre che essere inferiore, veniva definita principio di ogni male e fonte di tentazione per le sue fattezze corporee che, il più delle volte, era costretta a coprire.
Riguardo quest’ultima considerazione pesava molto il pensiero della Chiesa che legava la donna alla figura di Eva, causa del peccato originale. Sebbene nell’età moderna la donna ottenne dei miglioramenti nelle proprie condizioni di vita, lo scopo principale di quest’ultima rimaneva quello di sposarsi, spesso infatti la sua intera vita, sin da bambine, era interamente incentrata su accordi matrimoniali. E questo era il destino migliore riservato alle fanciulle di media o alta borghesia!
Un passo verso la modernità
Per trovare un vero principio di modernità si deve arrivare all’Ottocento, dove, in seguito allo sviluppo industriale, la forza lavoro della donna, da sempre esistita, cominciava ad essere riconosciuta.
Nel corso di questo secolo, poi, apparve sempre più chiaro a molti uomini la messa in discussione della logica stessa del privilegio maschile da parte delle donne, in virtù delle trasformazioni sociali e culturali del tempo, che le rendeva più forti grazie alla nascita di veri e propri movimenti organizzati e diffusi in quasi tutti i Paesi occidentali.
Novecento: il secolo delle donne
Ma è nel Novecento che avvengono dei cambiamenti radicali, tanto da definirlo a ragione il secolo delle donne. Con l’avvento della guerra, alla donna fu permesso di occupare il posto lavorativo dell’uomo, costretto ad arruolarsi. Quando poi i soldati fecero ritorno, le donne non vollero riprendere il posto che occupavano prima.
Anzi, le lotte per l’emancipazione femminile conobbero un nuovo impulso e ottennero i primi riconoscimenti. Diverse donne parteciparono attivamente alla resistenza ma il regime fascista della Seconda Guerra Mondiale, e, dopo le donne inglesi, tedesche e francesi, anche le donne italiane ottennero il diritto di voto, che fu riconosciuto dalla Costituzione della neonata Repubblica Italiana, promulgata nel 1946.
La seconda metà del Novecento, segnata dalle grandi contestazioni del Sessantotto, portò alle donne nuove vittorie: l’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto e l’abolizione del matrimonio riparatore.
La condizione della donna oggi
Sebbene la condizione della figura femminile oggi sia certamente migliorata, in quanto si trova ad aver conquistato diritti che prima non aveva, in Italia sempre più spesso si conoscono episodi di violenza sulla donna, che purtroppo sfociano in omicidi, detti femminicidi, i quali principalmente avvengono nella sfera domestica da partner o ex-partner della vittima.
Ciò significa che, nonostante siano passati secoli, la donna per l’uomo continua a essere reputata un oggetto di sua proprietà Inoltre, è vero che la donna ha raggiunto una definita indipendenza economica, grazie all’accesso all’istruzione e al lavoro, ma le domande poste sono le seguenti: una donna riesce a gestire contemporaneamente lavoro e famiglia? E soprattutto viene sufficientemente aiutata in questo?
La situazione della donna in Italia
In Italia quando si diventa madre, il lavoro si trasforma in una montagna altissima da scalare e, secondo l’ultimo rapporto di Save the Children (2022), la maternità è descritta come un gioco per “equilibriste”. Spesso infatti le donne sono costrette a interrompere carriere per mancanza di servizi di assistenza adeguati e paritari, e lo stato non si dimostra propenso ad aiutarle.
Questo può scatenare una serie di conseguenze negative; oggi, infatti, secondo le stime sono presenti 48 divorzi ogni 100 matrimoni, il boom dei divorzi poi è accompagnato da un calo record nel numero di figli e le madri, qualora riescano a mantenere un lavoro, vanno incontro a notevoli decrementi di reddito.
Sono solo alcune delle numerose sfide che una donna affronta ogni giorno; per non parlare del fatto che, in molte parti del mondo, la donna continua ad essere emarginata nell’ambito sociale e politico, deve mostrarsi in pubblico sempre coperta, accompagnata da un uomo e non può neanche guidare.
Articolo a cura di: Giulia Barboni e Miriana Bongarzone