mercoledì 6 Novembre 2024
Il Pensiero LiberoE’ evitabile un ritorno al feudalesimo?

E’ evitabile un ritorno al feudalesimo?

Autore del contenuto

Sorprende che la gente, non soltanto italica, non si avveda che dal 1989 il mondo è totalmente cambiato e che parlare di “politica” come se ne parlava sino al momento storico del crollo dell’impero sovietico è diventato un colossale non-sense.

La domanda vera che la popolazione Occidentale dovrebbe porsi è una sola: si può evitare il ritorno al Feudalesimo, a un sistema economico in cui la rendita derivante dal possesso di denaro si sostituisca al reddito derivante dal lavoro e dall’intrapresa produttiva?

Si può impedire che l’ancien regime, precedente alla rivoluzione francese, si ripresenti e prevalga nel terzo millennio sotto mutate spoglie (possesso di denaro e non di latifondi)?

Intanto, va premesso che, in Occidente, il processo degenerativo del capitalismo industriale e della liberal-democrazia (in cui esso si sviluppava) con il conseguente passaggio da una ricchezza produttiva e imprenditoriale a una parassitaria e di rapina era in atto da tempo (prima del 1989, quindi).

feudalesimo
Feudalesimo

Altra domanda: come si presenta questa rinata forma di Neo-feudalesimo? L’attività produttiva diventa un’entità irrilevante per lo speculatore finanziario che non chiede ad altri di lavorare per lui: gli bastano i risparmi depositati in banca da tanti quisque de populo e gestiti da impiegati esperti unicamente nel calcolo e nel maneggio della moneta.

A lui tocca soltanto escogitare progetti, frodi, bolle, imbrogli relativi a fondazioni, azioni da affidare ai predetti dipendenti da lui nominati oltre che contenere la forza dello Stato che i politici vecchia maniera avevano immaginato a tutela della polis (intesa come compresenza di classi e interessi di diversa e variegata natura).

Sul piano, per così dire “ideologico”, paradossalmente, a partire dal 1989, le forze a sostegno della parassitaria aristocrazia finanziaria sono divenute quelle cristiane e comuniste. La ragione, “nobile” (e da essi verosimilmente ritenuta “principale”) è più che evidente: l’idea della politica tradizionale si regge sull’idea di una polis, di una collettività organizzata su un territorio circoscritto e dotata di proprie regole di comportamento e di convivenza (Nazione); l’idea cristiana e quella comunista, invece, si fondano, rispettivamente, sull’ecumenismo e sull’universalismo; concetti, entrambi, non lontani da quello della “globalizzazione”, voluta dal mondo finanziario.

Orbene, un produttivismo industriale (fondato sul lavoro e non sulla rendita) è per sua natura necessariamente localizzato e territorialmente circoscritto, mentre cristianesimo e comunismo intendono venire incontro al desiderio generale di fratellanza umana e di contribuire efficacemente all’abolizione di muri, di confini e di barriere nazionali.

La ragione più prosaica e meno eccelsa è che nel mondo contemporaneo non c’è potere oligarchico che possa imporsi senza detenere “ambo le chiavi del cor” del sistema mass-mediatico mondiale ed esso è tutto nelle mani del complesso delle banche: per averne i favori e il sostegno non v’è, per le forze di sinistra, che da sposare la linea del neo-feudalesimo finanziario.

Corollario lapalissiano è che per l’aristocrazia di Wall Street e della City diventa un must lottare contro il pensiero in libera uscita sul Web, sui Social, sui giornali on line magari ricorrendo a quello Stato – ugualmente nemico – ma che conserva il potere di stroncare anche con l’imposizione fiscale forme nascenti di libertà informative ed espressive.

Naturalmente, il regresso dell’umanità a una fase neo-feudale, senza più le ipotesi universalistiche di Sacri Imperi Romani o via dicendo, provoca dei problemi seri alle attuali aggregazioni internazionali dell’Occidente. Non si capisce a che serva più la Nato senza la guerra fredda e senza una ragione giustificatrice degli armamenti, pur indispensabili e vitali per l’industria delle armi, l’unica da salvaguardare tra le tante da considerare inutili sul territorio Occidentale e da delocalizzare, quindi, nei Paesi del Terzo Mondo.

Certo. Il vecchio focolaio di guerra da due millenni esistente in Medio-Oriente può continuare a tornare utile: esso alimenta il terrorismo. E così il vecchio “arnese” della NATO può essere ancora utilizzato per lo scopo di combatterlo; magari con una sua presenza in una guerra in Siria, in Iraq, in Iran o altrove e contando sulla bomba nucleare, di recente generosamente messa a disposizione dell’Alleanza Atlantica da Emmanuel Macron!






Siamo una giovane realtà editoriale e non riceviamo finanziamenti pubblici. Il nostro lavoro è sostenuto solo dal contributo dell’editore (CuDriEc S.r.l.) e dagli introiti pubblicitari. I lettori sono la nostra vera ricchezza. Ogni giorno cerchiamo di fornire approfondimenti accurati, unici e veri.
Sostieni Moondo, sostieni l’informazione indipendente!
Desidero inviare a Moondo una mia libera donazione (clicca e dona)



La tua opinione per noi è molto importante.
Commento su WhatsApp
Ora anche su Google News, clicca qui e seguici



Iscriviti alla nostra newsletter gratuita

Rimani sempre aggiornato sugli ultimi approfondimenti.
Lascia il tuo indirizzo mail, seleziona i tuoi interessi e ricevi gratuitamente sulla tua casella di posta la prima pagina di Moondo con le notizie più interessanti selezionate per te.