Maestro del giornalismo televisivo, Sergio Zavoli si è spento ieri sera a Roma, all’età di 96 anni. E’ stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, autore di inchieste che hanno segnato la storia. Dal 1980 al 1986 era stato presidente della Rai e padre di programmi storici come La notte della Repubblica.
Zavoli ideò trasmissioni di grande successo come TV7, AZ, Controcampo. Diventò condirettore del Telegiornale e poi ancora direttore del Gr1 e presidente della Rai. E’ stato anche direttore del Mattino di Napoli e ha firmato come opinionista per varie riviste come Oggi, Epoca, Jesus.
Senatore dal 2001 al 2018, nel 2009 è stato eletto presidente della commissione parlamentare per la vigilanza sulla Rai. Ha scritto saggi, come Viaggio intorno all’uomo (1969), Nascita di una dittatura (1973), La notte della Repubblica (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo.
Per Zavoli, pur consapevole delle logiche di mercato, la televisione pubblica era, e sarebbe ancora dovuta essere, “uno straordinario mezzo di promozione della crescita culturale e civile della società“. “Far conoscere i fatti – diceva – è già un modo di risvegliare le coscienze“. Proprio alla sua presidenza Rai toccò una difficile e inedita navigazione, con la fine del monopolio televisivo e la nascita dell’emittenza privata. “Fu un’occasione storica mancata“, ripeteva sempre. La Rai avrebbe dovuto accettare la sfida, competere, “distinguersi” per qualità e impegno. Ma così non è stato. Hanno vinto l’appiattimento, la sirena populista, la tentazione al ribasso.
Anche sulla morte ragiona da giornalista: “Non vorrei andarmene senza essere presente al congedo. Dopo l’evento della mia nascita, vorrei non perdermi quello, conclusivo, del congedo“.
Addio Sergio, fai buon viaggio!