“Felice come una Pasqua”. E’ un modo di dire per descrivere una persona molto contenta. Ma, una volta tanto, il modo umano di esprimersi allude a qualcosa che non è solo umana. La Pasqua è la radice di ogni felicità. Almeno per il cristiano è così. Per farsi capire bene San Paolo afferma in modo scioccante che “se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede… Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.” Anzi ci aggiunge un carico da novanta dicendo “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini… (e aggiunge) mangiamo e beviamo perché domani moriremo.” Vale la pena andarsi a rileggere il capitolo 15 della prima lettera ai Corinzi perché San Paolo dice molte altre cose per confermarci nella fede nella risurrezione di Cristo.
Il cristiano ha motivo di gioia, o di allegria, o di buon umore, o di visione positiva (diciamo come vogliamo) perché sa che questo mondo è creatura di Dio. E questo è il primo motivo.
Il secondo motivo è ancora più forte e profondo, ed è che Gesù è davvero risorto dai morti ed è la “primizia” cioè è il battistrada della nostra stessa risurrezione. Fede. E’ questione di fede. Tanto più aderiamo alla fede, tanto più saremo felici e non avremo paura né della vita né della morte e nemmeno del coronavirus.
Sappiamo bene che dobbiamo morire e che il dolore è un nostro compagno di strada ma Gesù ha vinto la morte e ha dato un senso al nostro dolore.
Perciò non è un optional essere felici come una Pasqua. Se non lo sono è per la mia stoltezza e superficialità.