Succede Oggi:
Un po’ di pioggia sul Centro-nord, e neve sull’arco alpino. Sole e nuvole sul Centro-sud • È Il Giorno della Memoria dell’Olocausto • I funerali di Narciso Parigi • Confronto governo sindacati sulla riforma delle pensioni • Arriva in sala L’amica geniale, film di Saverio Costanzo dal romanzo della Ferrante • Il Vangelo di oggi: «Gesù è posseduto da Belzebù».
È il Giorno della memoria dell’Olocausto
Fabrizio Dragosei sul Corriere della Sera: «I primi soldati dell’Armata Rossa arrivarono al cancello di filo spinato con su scritto “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”) poco dopo mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Incontrarono una resistenza leggera, alcuni colpi di fucile, qualche raffica di mitragliatrice. Due uomini vennero uccisi, qualcun altro fu ferito. Poi entrarono, mentre il capitano Jakov Lebedev issava la bandiera rossa su una delle torrette di guardia e il cameraman Aleksandr Vorontsov si preparava a far girare la sua macchina da presa. Davanti ai loro occhi si stava per spalancare l’inferno e ancora non lo sapevano. Credevano di aver trovato un normale campo di concentramento nella cittadina polacca di Oświęcim, ai confini con la Cecoslovacchia. Invece era il complesso di Auschwitz-Birkenau-Monowitz, la più grande macchina di sterminio nazista, dove almeno un milione di persone avevano trovato la morte.
“Quando ci ordinarono di catturare due nodi ferroviari non avevamo la minima idea di quello che ci saremmo trovati davanti nel campo”, è il racconto del generale Vasilij Petrenko, che allora comandava la 100a divisione di fanteria nel 1° fronte ucraino. “Ciò che abbiamo visto non si può immaginare nemmeno in un incubo: migliaia di scheletri viventi che non avevano nemmeno la forza di tenere in mano un cucchiaio. Allungavamo delle scodelle di zuppa e loro mangiavano immergendoci le dita dentro e succhiandosele”. Il carrista Avkhad Gilmanov fu tra i primi a varcare il cancello: “Fantasmi che non si tenevano in piedi mi strappavano il pane di mano. Piangevano e mi abbracciavano”. Le truppe sovietiche erano avanzate molto rapidamente. In 12 giorni avevano percorso 170 chilometri, superando quattro linee di difesa tedesche e respingendo due contrattacchi.
Da tempo le SS di guardia al campo avevano ricevuto l’ordine di distruggere tutte le prove. Già a ottobre del ’44 il crematorio numero IV era stato demolito. Negli ultimi giorni di dicembre squadre di 150 donne e 200 uomini vennero utilizzate per cancellare le tracce. Coprire con erba le buche dove erano stati bruciati i corpi, rimuovere la cenere e gettare tutto nella Vistola. I tedeschi avevano ordinato perfino di portare via la sabbia intrisa di sangue e i reclusi provavano a sabotare il tentativo di cancellare la memoria di quell’orrore. Ma molte cose scomparvero per sempre. Gli anglo-americani documentarono tutto con fotografie aeree scattate in vari giorni. Il 21 dicembre 1944 furono smantellati i reticolati elettrici e le torri di guardia di Birkenau. Venne rimossa la baracca dove si spogliavano i prigionieri diretti alla camera a gas adiacente al crematorio II. Il 14 gennaio 1945 12 ricognizioni fotografiche mostrano i lavori di distruzione dei crematori II e III. I tedeschi sapevano che i russi erano alle porte e si misero all’opera con alacrità, per riutilizzare tutto quello che si poteva. Così parte dei forni e delle altre “attrezzature” furono smontate e inviate al campo di Gross-Rosen, in Bassa Slesia. Vennero invece bruciati i registri che tenevano meticolosamente conto degli arrivi, dei decessi e di tutto ciò che veniva accumulato come “sottoprodotto” delle uccisioni. E furono bruciati, in parte, i magazzini. Cinquantottomila prigionieri, ancora in grado di camminare, furono avviati a piedi verso altri campi. Morirono quasi tutti per strada, uccisi dalle SS o vinti dal freddo e dalla fame. “Noi trovammo quasi settemila persone ancora vive nel campo”, è ancora il racconto del generale Petrenko. C’erano cento bambini che il cameraman Vorontsov riprese mentre mostravano il numero tatuato sul braccio. In mezzo al campo principale giacevano 48 corpi. Altri 600 furono raccolti in varie parti del gigantesco complesso. Nei magazzini che non erano bruciati del tutto furono filmati i macabri reperti. E catalogati: 1.185.345 capi di vestiario maschili e femminili; 460 arti artificiali; sette tonnellate di capelli; 43.525 paia di scarpe. Boris Polevoj, aggregato come giornalista alla 100a divisione, esaminò con cura ogni cosa: “C’erano stivali da operai, scarpe da donna col tacco alto e scarpette di lana per neonati”. I capelli erano divisi per lunghezza e per colore, pronti per la spedizione. Andavano alla ditta Alex Zink della Baviera, che li pagava 50 pfenning al chilo e li usava per imbottire gli abiti» (Fabrizio Dragosei – Corriere della Sera).
Clamoroso
I gesuiti propongono di evangelizzare i robot [Valentini, ItaliaOggi].
In prima pagina
• Salvini perde in Emilia, ma il centro-destra vince in Calabria: i governatori delle due regioni sono Stefano Bonaccini e Iole Santelli. I cinquestelle pressoché dissolti.
• È morto in un incidente in elicottero l’ex campione di basket Kobe Bryant. Aveva 41 anni
• «Il coronavirus può diventare più forte» dice il governo cinese, che ha vietato il commercio di animali selvatici. La Farnesina lavora a un piano per evacuare una cinquantina d’italiani da Wuhan
• Urbano Cairo si difende nella causa che lo oppone a Blackrock spostando il rischio che lo riguarda sulla Rcs (in Terza)
• L’8 aprile l’Iran svelerà al mondo una nuova generazione di centrifughe nucleari. Teheran fa sapere che è pronta a trattare se gli Usa toglieranno le sanzioni. Risposta di Trump: «No grazie!»
• Beppe Grillo annulla il tour dello show Terrapiattista: soffre di apnee notturne e si deve operare
• Fa un selfie con Salvini mentre è in malattia: delegato Cgil licenziato
• A Torino è stata smantellata un’organizzazione che favoriva l’immigrazione clandestina anche di islamici radicali
• Israele apre ai viaggi in Arabia Saudita, è la prima volta nella storia
• In Turchia un terremoto di magnitudo 6,8 ha causato 35 morti e oltre 1.600 feriti. Una madre e la figlia di due anni sono state estratte vive dalle macerie dopo 28 ore
• Nella Coppa del mondo di sci a Bansko, in Bulgaria, le italiane hanno conquistato l’intero podio in discesa libera, con il primo successo in carriera per Elena Cutroni. E Marta Bassino è arrivata seconda in superG
• La Juve battuta 2 a 1 dal Napoli a Napoli. Inutile gol di Ronaldo a pochi secondi dal termine. Inter fermata dal Cagliari e infuriata con l’arbitro. Il derby di Roma finisce 1-1 con due errori dei portieri. Bene Verona e Parma
• Agli ottavi di finale degli Australian Open Fabio Fognini è stato eliminato dall’americano Tennys Sandgren. Era l’ultimo italiano ancora in gara
• La maestra d’asilo massacrata a martellate dall’amante rifiutato che ha poi tentato di buttarsi sotto un treno
• L’albanese in semilibertà freddato per strada a Roma con quattro colpi di pistola
• Gli altri morti del weekend: l’architetto Adolfo Natalini, fondatore del Superstudio; il cantante Narciso Parigi, voce dell’inno della Fiorentina; Robbie Rensenbrink, ala della grande Olanda degli anni ’70; il poeta cileno Armando Uribe.
Cultura e Spettacoli
Al Circolo dei Lettori di Torino presentazione di La porta della fantasia di Carola Barbero (il Mulino) (ore 18). Alla Mondadori di Castellammare di Stabia (Napoli) presentazione di Napoletanità. Dai Borbone a Pino Daniele: viaggio nell’anima di un popolo di Gigi Di Fiore (Utet) (ore 18). All’Auditorium Manzoni di Bologna concerto degli Archi di Santa Cecilia con Avi Avital (ore 20.30). Altri concerti: i Negrita sono al Teatro delle Muse di Ancona, i The Calling al Circolo Magnolia di Segrate (Milano). Da oggi nelle sale L’amica geniale. Storia del nuovo cognome di Saverio Costanzo, con Elisa Del Genio, Ludovica Nasti, Margherita Mazzucco, Gaia Girace e Alba Rohrwacher. Al Piccolo Teatro Grassi di MilanoI me ciamava per nome: 44.787. Risiera di San Sabba di e con Renato Sarti (ore 20.30).
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