Stanotte riflettevo sull’osceno business dei Big Data. E mi sono venute alla mente alcune considerazioni che vorrei condividere con voi.
1) La raccolta dei nostri Dati “tutti”, da quelli anagrafici a quelli medici, alle conversazioni, alle emails, alle foto e ai video, fino ai sospiri in camera da letto… fonda le sue motivazioni da tre esigenze della Global Power Elite:
– l’esigenza dei Servizi Segreti, prima di tutti la National Security Agency USA, di “controllare” praticamente Chiunque nel Pianeta, in quanto potenziale “terrorista”. Al Congesso statunitenese nel 2001 hanno approvato il Patriot Act, gli altri Governi si sono adeguati e… AMEN!
– l’esigenza del cartello sovranazionale delle Agenzie di Pubblicità (IAA) di conoscere in dettaglio le propensioni al consumo di CHIUNQUE nel Pianeta, per inondarlo di messaggi targettizzati che lo inducano a comprare (soprattutto) merci e servizi di largo consumo, prodotti e distribuiti dal cartello delle Corporations multinazionali… AMEN!
– l’esigenza del Gotha, che pianifica e gestisce il Futuro, di ristrutturare il lavoro e l’economia del Pianeta spacciandola per Innovazione
Il business è fiorente, ma ovviamente non è solo BUSINESS. Il controllo in dettaglio delle Popolazioni corrisponde drammaticamente al tramonto delle Democrazie e all’avvento di un’algida e occulta Dittatura Digitale.
Già questo basterebbe a giustificare una immensa protesta mondiale, che peraltro, in modo un po’ balbettante si è sollevata ai tempi delle rivelazioni di Snowden; ma poi sulla scena è calato un cupo silenzio.
Tutto ciò premesso, a questo punto però, bisogna anche cominciare ad analizzare alcuni effetti che derivano e si incrociano con i macro-temi brevemente descritti.
Il bipolo VISIBILITA’/ANONIMATO. Da molte ricerche risulta che il muto ossequio degli Utenti di Social media e degli altri Utenti della rete, nei confronti di questi soprusi, sia giustificato dal fatto che i gestori della Rete “ti danno VISIBILITA'”. E che tale Visibilità sia, in fin dei conti, una Consolazione al disagio che quasi tutti provano, sentendosi invisibili, impotenti, afoni, impossibilitati a manifestare le proprie opinioni e a godere della propria immagine pubblica a meno che non sia “amplificata”. In sostanza: sappiamo che non contiamo nulla, che apparteniamo a quel 99% della Popolazione sfuttato e vilipeso; sappiamo che siamo destinati ad una morte inevitabile… se non altro agitiamoci in Rete, cerchiamo di accumulare likes e viewers e così facendo cerchiamo di provare sensazioni vitali… visibilità = vitalità digitale. Poco importa se nel frattempo la vera vitalità si indebolisce.
L’equazione semplice: TANTA VISIBILITA’ = TANTO CONTROLLO, va dunque in ombra… lo sbandierato Diritto alla Privacy si riduce alla accettazione e giustificazione di Norme che regolano l’appropriazione indebita dei nostri Dati e… AMEN!
L’Era del Cookie è appena agli inizi, la sequenza interminabile di click su “I accept” diventa l’indispensabile ossequio per stare nel gioco.
A questo punto il polo opposto della Visibilità, cioè l’oscuro ANONIMATO, rischia di diventare un Valore. Noi sappiamo benissimo che, per i Potenti Veri, i gangster e gli evasori fiscali, l’Anonimato è un valore; da sempre. Voglio solo far riflettere sul fatto che, quasi certamente, dopo la sbornia di Visibilità, in progress moltissimi vorranno recuperare l’Anonimato. E questo è un aspetto che forse nei prossimi decenni cambierà la scena sociale attuale.
Ciò che viene definito Big Data è un Universo che si estende in continuazione e include sia la moltitudine dei Big Data personali (di ognuno), sia i Big Data collettivi (di religione, di nazione, di gruppo sociale, di fascia di reddito, etc…). Ora, secondo quanto già descritto da me in altri interventi, ogni file in cui vengono raggruppati i nostri Dati personali corrisponde ad una massa di “profili” che vanno a comporre un “corpo digitale”. Quindi questo sterminato Universo di Big Data è popolato da un numero sterminato di “corpi digitali”.
Una parte di questi sono “attivi e visibili”, una parte sono “segregati e in latenza”. Proprio così! Proprio come se si stesse costruendo – e in parte è già stato costruito un Mondo parallelo – fatto di sequenze interminabili di bit and bytes, che “vive” in un’altra dimensione: una dimensione in cui il Tempo, lo Spazio, la Velocità, la Gravità e ogni altro elemento fondante della dimensione fisica newtoniana sono radicalmente diversi.
In questa nuova dimensione, alla quale si accede grazie a devices digitali, come se questi fossero le “porte di accesso” ad uno stargate – che più propriamente si dovrebbe definire “digitalgate”- come accennato, “vivono” i corpi digitali. Essi entrano ed escono dall’interno di memorie sterminate, sono accessibili e reperibili grazie a Tags gestiti da algoritmi e compaiono dagli schermi, le “finestre” che consentono la Visibilità/Controllo. Nel mondo ci sono ormai circa 15 miliardi di schermi interattivi (inclusi quelli degli smart phones). Prima della nascita di Internet erano 2 miliardi, e non erano interattivi.
By the way questo Mondo parallelo, smaterializzato, è quello in cui, grazie a 5G, Machines Learning, criptovalute, blockchain, Internet delle Cose, etc… si sta per realizzare la grande mutazione millenaria che va sotto il nome di Transumanesimo. Qui i nostri corpi digitali e i corpi digitali delle Cose di cui ci circondiamo, interreaggiranno tra loro producendo forme ancora impensabili di politica, economia, cultura e (perchè no?) religiosità e spiritualità. Sulla soglia tra mondo materiale e mondo digitale, grazie all’abbraccio in corso tra biogenetica e digital-genetic, si produrranno “ibridi umani”: esseri che con un microchip impiantato a ridosso del cervello raggiungeranno una velocità di azione e di pensiero simile a quella degli elaboratori di calcolo matematico.
La scena rende attoniti. Siamo in ostaggio di Potentati Occulti che si manifestano attraverso sigle operative quali Tesla, ma anche Google/Youtube e Facebook o Paypal o Huawei, etc…
Fra l’altro: il corpo digitale, non essendo “biogenetico” ma “digital-genetic” e quindi “numerico”, teoricamente non deperisce, è facilmente clonabile ad infinito ed è tendenzialmente ETERNO. Questa è una delle grandi novità! Il “corpo fisico” infatti è un veicolo a tempo determinato, destinato a disfarsi. Appare sulla Terra, transitando da un utero materno, vive un certo numero di anni e poi si disintegra lentamente. Inesorabilmente. Ciò ha sempre destato angoscia negli Umani. La paura della Morte fisica, la famosa “Livella di Totò,” influisce sulla Storia laica occidentale sia dei Potenti che degli Oppressi.
Il corpo digitale invece può non morire! Può diventare eterno.
Allocato in quelle memorie a cui accennavo prima è come se fosse “ibernato” e può riapparire secondo la volontà di Chi l’ha preso e tenuto in ostaggio. Addirittura si può rimettere in discussione la STORIA e il DESTINO di un corpo digitale. A meno che…! A meno che il “corpo” in questione non sia stato registrato all’interno di una blockchain: anagrafe e notariato del futuro.
Al confronto gli Eroi del Passato, i loro Monumenti, le loro imponenti biografie sono pallide vestigia dell’Era Pre-Digitale. Sic transit gloria mundi! Le cose del mondo sono effimere ma… se le digitalizziamo – e la Grande Musica e l’Arte già ce lo insegnano – potrebbero divenire eterne?
Si fonda forse su questo l’opaco fascino che il mondo digitale esercita sugli Umani? La caotica pulsione al Transumanesimo, che sta per dilagare, è forse la scommessa di andare al di là della caducità fisica e dei limiti della genetica? Le mura del labirinto all’interno del quale ha regnato l’Etica per secoli – senza peraltro fornire soluzioni condivise dall’intero genere umano – stanno per crollare scosse dal terremoto del Pensiero (che si autodefinisce) scientifico? Chissà quali forme assumeranno i Sogni e i Bisogni, i Diritti e gli Interessi?
Non so che dire. Io sono il primo a restare “attonito” di fronte a questo tzunami digitale che avanza. Volevo solo comunicare queste riflessioni sperando che ogni singolo produttore di corpo digitale e ogni collettività di corpi digitali, assuma progressivamente una consapevolezza maggiore di quanto sta accadendo e in tal modo si riesca a generare “UNA REAZIONE ANCORA UMANA”.