Mentre imperversa la consueta pantomima italiana, la situazione fittizia di “impegnativi” colloqui per risolvere i problemi del Paese rispondenti, invece, a ben diversi scopi, per un notista politico è estremamente difficile prevedere il finale della sceneggiata. Anche perché il sistema dei mass-media non ha alcuna obiettività, com’è naturale che sia nelle sue condizioni di dipendenza da chi detiene la borsa con i quattrini. Solo l’ipocrisia di un Continente che non ha mai conosciuto la presenza di una stampa e di una televisione libere ha potuto coniare termini come pluralismo informativo e via dicendo.
Distogliendo lo sguardo da carta stampata e immagini televisive, provo a disegnare due scenari, come possibili sbocchi della crisi.
Primo scenario.
Il mondo dell’Alta Finanza Occidentale di New York e di Londra con la sua appendice della Banca Vaticana, i Tecnocrati di Bruxelles, i fautori del Capitalismo monetario, i teorici del pareggio del bilancio, delle misure di austerity e del conseguente, inevitabile blocco degli investimenti nei Paesi Eurocontinentali, i trafficanti di schiavi del Terzo Millennio (africani e non solo) con il loro seguito di “scafisti”, “caporali” e fabbricanti di imbarcazioni, giubbotti e salvagenti, vincono la loro battaglia sul territorio e sui mari italiani….ma la guerra continua.
Paesi di grande tradizione industriale, come Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e così via, che sono stati tra i massimi poli produttivi del mondo e al top delle grandi potenze industriali non possono accettare di essere ancora a lungo governati da “emissari” degli gnomi di Wall Street, della City e dello IOR e condannati a battere il passo nell’economia planetaria, assistendo al loro tramonto e accontendandosi di una crescita zero (o giù di lì) mentre altri Paesi passano da successi a successi.
L’Europa continentale ha già conosciuto nel corso di due millenni mire egemoniche di assolutismi e autoritarismi politici che hanno rallentato il suo cammino verso traguardi più ambiziosi, distanziandola dall’Occidente anglosassone, diversamente e più intelligentemente gestito.
Le ultime avventure di tale genere sono state le dittature-figlie dell’idealismo tedesco post-hegeliano: nazi-fascista e social-comunista.
Anche allora gli Europei sembravano invasati, attoniti di fronte a eventi di una conquista che sembrava inarrestabile e dominati dal cupio dissolvi, perché abbastanza palesemente desiderosi di finire nelle mani di Hitler o di Stalin.
Anche allora, molte battaglie furono perse ma la guerra, prima calda e rovente poi fredda e glaciale, alla fine fu vinta da uomini della tempra di Winston Churchill, di cui, come dimostra la presenza di Donald Trump negli States, non si è perduto, fortunatamente, lo stampo.
La guerra continua…. anche dopo la battaglia e la sconfitta italiane, dovute alla consueta imperizia e faciloneria dei nostri presunti e pretesi “condottieri” e alla ricompattazione sullo Stivale dei “dispersi” e “sbandati” di quella Sinistra, che rimasta, per effetto degli eventi storici (crollo dell’impero sovietico e del comunismo) senza più programmi e priva di propri ambiziosi progetti egualitari, ha trovato protezione nei banchieri ed è finita al servizio del Gran Capitale Finanziario.
E ciò, in Italia come in tutta Europa; e, in posizione, però, allo stato, di gauchiste perdenti, anche negli stessi Paesi Anglosassoni, nella loro veste di Democratici e di Laburisti.
In Italia, il Gauchismo, sostenuto dai Paperoni del Pianeta, ha trionfato ponendosi sulla scia della politica di Macron, il clone di Renzi, riuscito, però meglio (dal punto di vista dei suoi creatori in vitro).
E’ uscito dal letargo persino il dormiente Beppe Grillo, probabilmente sotto la spinta di quelle stesse forze che gli avevano consentito di radunare folle oceaniche nelle piazze, prima, e di ottenere tanti voti, utili a portare alla ribalta del Governo gli sprovveduti militanti di un Movimento che in un Paese civile avrebbe dovuto restare confinato nei recinti degli Stadi del Calcio.
Secondo scenario.
I “Paperoni” di Wall Street, della City e dello IOR non riescono a compiere quello che con termine italiota è definito “ribaltone” e lo sbocco della crisi è rappresentato dalle elezioni in Autunno.
L’Unione Europea perde la sua garibaldina baldanza e vede avvicinarsi il giorno del redde rationem per il suo asfittico capitalismo monetario e per il dominio dei banchieri e dei bancari.
Naturalmente, spera che nell’Europa dei Pontefici, dei Monarchi, dei Tiranni, asservita da duemila anni agli assolutismi più ciechi, stentino a nascere leader veramente democratici che sappiano interpretare in maniera giusta e corretta il senso di riscatto dell’Euro-continente.
E cioé, senza cadere nella trappola dei “fascismi” (figli di quello stesso Idealismo tedesco che genera i gauchisti), dei travestimenti alla Fregoli, del macho virilismo dei Don Giovanni di provincia, oggi immortalato nei selfie, del celodurismo di bossiana memoria, del rifiuto della cravatta come segnale di ribellismo.
Conclusione: dalla descrizione dei due Scenari si deduce che se sarà l’Italia la vittima sacrificale del primo o l’artefice impreparata del secondo, tempi duri attendono comunque gli Italiani.