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venerdì 19 Aprile 2024
Il Club del LibroIl Club incontra Giulio Xhaet

Il Club incontra Giulio Xhaet

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Cari lettori e care lettrici di Moondo, cominciamo un nuovo spazio nella rubrica del Club del Libro. Da questa settimana una serie di interviste ad autori ed autrici per conoscere meglio le storie, i processi creativi, le ispirazioni che stanno alla base dei loro libri. Questa rubrica si chiamerà “Il Club incontra” ed avrà per il momento una cadenza mensile.

L’ospite con cui ho il piacere di cominciare questa rubrica è un autore che seguo da tempo e che è membro del gruppo fin da subito: Giulio Xhaet.

Do quindi il benvenuto a Giulio.

Giulio, hai l’onore e l’onere di cominciare una nuova rubrica del Club del Libro “IL CLUB INCONTRA”. Ti va di raccontarci un po’ chi è Giulio Xhaet?

Ciao Roberto! Sono un autore, un formatore e un musicista, partner di Newton Spa, autore e coordinatore scientifico per 24Ore Business School, che sta cercando di divulgare in Italia nel mondo educativo ed in quello professionale delle soluzioni e dei format di orientamento, come appunto Da Grande, in maniera innovativa, molto pragmatica, basandosi sulle domande generative che una persona si può fare per capire, a tutte le età, chi può diventare nel lavoro, in particolare, quando studia e nella vita privata.

Da dove nasce il titolo del tuo nuovo libro “Da Grande” ?

Da Grande” nasce dal film “L’attimo fuggente” dove c’era citato tante volte il poeta americano Walt Whitman: ricordo di lui che diceva in una poesia “capitano, o mio capitano” e in particolare un’altra poesia dove lui dice “mi contraddico, ebbene sì, mi contraddico, perché sono grande, sono un essere umano e contengo moltitudini.” E quindi il “da grande” non vuol dire quando cresci in senso anagrafico, ma quando continui a diventare le tue moltitudini quindi delle persone a tutte le età, infatti il sottotitolo è “non è mai troppo tardi per capire chi potreste diventare.” La domanda che si accompagna è quante persone potrai ancora diventare potrai essere tra dieci anni ad esempio.

Quando e come è nata l’idea di scrivere questo libro? Questo libro è in qualche modo collegato al tuo precedente libro #CONTAMINATI?

L’idea di scrivere questo libro, come spesso mi capita, viene dal libro precedente. Al netto di quello che ho detto sul titolo dal libro precedente sottraggo l’idea per il libro successivo, cioè nel libro che ho scritto prima c’è qualcosa che mi piacerebbe sviluppare di più e farci un un prodotto, un libro a sé. Ad esempio in #CONTAMINATI c’era questa parte sulle passioni personali che mi son detto “questa parte merita di diventare un progetto a sé” e quindi parte già da un’idea che c’era già in seme nell’opera precedente che poi si sviluppa, nasce e cresce nel libro successivo. E quindi la domanda è: “adesso il prossimo libro, la prossimità attività da quale parte di Da Grande prenderà origine?”

A chi si rivolge “Da Grande”?

Anche su questa domanda mi piace prendere spunto da un amico che ho conosciuto da poco. Mi ha detto: “guarda “Da grande” mi sembra come quei giochi di società dove c’è scritto età consigliata da zero a novantanove; quindi, esattamente come giochi di società che su cui tutti possono imparare e trarre spunto, avere l’utilità. “Da Grande” va bene dagli zero ai più di più di cento anni insomma, uno quanto vuole, perché è adatto a dei ragazzi che stanno cercando di capire cosa vogliono fare da grandi e ragazzi che vanno all’università o che hanno cominciato a lavorare o delle persone che vogliono riposizionarsi e capire cosa fare anche dopo che vanno in pensione. Mia nonna ha novantadue anni e continua a fare corse all’università popolare perché vuole continuare a diventare grande.

Parlaci un po’ delle opere che hanno ispirato il tuo libro.

Sulle opere che hanno ispirato il mio libro ce ne sono tante. Ci sono tanti libri ma anche serie TV, film, romanzi, saggi, fumetti.

Nel primo capitolo c’è una frase che è evidenziata, “cresciamo con la convinzione che ciò che conta di più ci accadrà in futuro”

Sì, cresciamo con questa convinzione di ciò che è importante che ci accadrà in futuro, ed è importante, perché il futuro è il luogo dove andremo ad abitare. Ma il futuro non esiste ancora e soprattutto esisterà quello che noi faremo oggi nel presente. Quello che facciamo nel presente decreterà quello che facciamo nel futuro. Cosa vuol dire? Che se aspettiamo che le cose accadano o se aspettiamo il momento giusto per partire, probabilmente finiremo per non partire mai. Quindi cominciamo a abitare il nostro futuro creandolo da adesso.

Ci puoi parlare un po’ del concetto di flow, che so anche dal tuo precedente libro essere un concetto a te molto caro e ne parla poi anche spesso Nicolò Andreula?

“Flow” che è il titolo del primo libro di Nicolò Andreula che saluto “flow generation”, generazione del flow e che poi è anche il titolo di una bellissima canzone che cito dentro il libro dei Queens of the stone age “Go with the flow” vai con il flusso e il flusso è un è un concetto ideato dallo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi con l’ominimo libro dedicato al flow.

Il flusso è un’esperienza ottimale uno stato di esperienza ottimale in cui siamo e stiamo facendo qualcosa che sia pur sfidante. E’ per noi importante quindi massimo sbattimento massimo impegno. Da tante ricerche è emerso come le persone più felici al mondo non siano quelle che fanno una vita in vacanza, ma che fanno una vita impegnativa sfidante su qualche cosa che per loro è di vero interesse che ha un significato per loro.

Quindi il flusso è praticamente quando facciamo qualunque cosa, lontani sia dalla troppa ansia, perché è impossibile per noi, ma siamo lontani però anche dal fatto che è troppo facile. Il concetto è che siamo lontani sia dall’ansia che dalla noia e quindi siamo dentro questo flusso di flow.






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