Di Aurelia Merola
Nel mezzo del cammin di questa quarantena, mi ritrovai a citare alcuni pensieri di Camilleri. Ero con un mio vecchio amico, un tipo molto curioso, nel senso di strano! Voleva calcolare e calcolava tutto nella vita: come prendere un bicchiere dal tavolo e che forza avesse quel corpo, in che istante cadeva il fermaglio della sorella a terra; ma in quella forza, in quell’istante non ci aveva mai inserito la poesia, l’amore, il pathos. Non si era mai affacciato al mondo della letteratura, della poesia, delle emozioni.
Fa lo scienziato, dice, e vi dirò una cosa, ha un cuore freddo come il ghiaccio: decisi che lo avrei sciolto tutto e avrei potuto farlo solo avvicinandolo alla letteratura. Siamo vicini di casa, ci separano due balconi distanti, ma non troppo.
Dal mio balcone comincio a leggere Camilleri: “Bisognerebbe far capire che andare a teatro o leggere un libro non è un passatempo: in realtà è anche un passatempo se vogliamo, ma è anche qualcosa di più, cioè a dire, un crescere da uomini, da cittadini, un capire il mondo, un conoscere l’infinita quantità di cose che ignoriamo, cioè un continuo arricchimento“.
Il silenzio della quarantena fece arrivare facilmente la mia voce per cui lui sbuffa e borbotta: <<questo è pazzo>> Per rincarare la dose , mi son servita del grande Umberto Eco:
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro’.
Con disinvoltura , ribatte: <<s’eran messi d’accordo questi due!>>
Allora risposi : <<okay, ti faccio ascoltare una citazione di Cicerone che visse nel I secolo a.C : ‘Se presso alla biblioteca ci sarà un giardino, nulla mancherà…’
Lui un po’ irritato mi chiede <<Per Eco, per Camilleri, per Cicerone, ho capito cos’è la letteratura… ma per te? Cos’è?>>
Forse non ci avevo mai riflettuto a lungo e… cos’era per me la letteratura?
Pensandoci un po’ ho risposto <<per me la letteratura, che poi si trasforma inequivocabilmente in cultura è il vestito che indossi ogni giorno: in casa e a scuola, al parco e in pizzeria>> e la cultura, come dice la nostra prof Botti “è tutto ciò che rimane quando non ricorderete più nulla“.
Lui mi guardò meravigliato e mi rispose <<passami il libro che hai sul comò, lo inizierò a leggere!>> .
Ho vinto!
#iorestoacasaeleggo