Benito Mussolini, duce del fascismo, la chiamava “perfida Albione”; Mario Appelius, giornalista del Regime, concludeva le sue trasmissioni serali, dopo i bollettini bellici (travisati), con la frase: “Dio stramaledica gli Inglesi!”
Si era, però, in tempo di guerra e gli Inglesi erano, allora, nostri nemici: non avevano gradito e non accettavano il nazi-fascismo, come facevano, invece, i nostri connazionali che si radunavano (“oceanicamente”) in piazza Venezia a osannare il Duce.
Oggi, la Gran Bretagna non dovrebbe essere considerata nostra nemica solo perché si è sottratta, con la Brexit, al giogo soffocante dei tecnocrati di Bruxelles (che in nome del pareggio del bilancio e dell’austerità hanno ridotto ai minimi termini i nostri servizi essenziali, compresa la sanità), eppure i travisamenti dei fatti che la riguardano e un sotterraneo rancore di vago e antico sapore mussoliniano continuano a essere all’ordine del giorno della stampa e della radio-televisione più paludate.
I titoli dei nostri giornali sono eloquenti, gli articoli sono ancora più chiari e non si discostano dagli interventi di giornalisti a la page alla radio e sugli schermi televisivi in lunghi talk-show.
Il carattere subdolo delle fake news che diffondono, su un tema, la pandemia del “Coronavirus”, è certamente fazioso, perché non trova altra giustificazione che in un pregiudizio.
In sintesi: “Londra, Johnson fa retromarcia.”Misure drastiche” “Boris:indietro tutta. E’ semiquarantena” e via dicendo (con un’uniformità di toni degna dei tempi del “Minculpop”).
Dov’è la falsità?
Boris Johnson, sulla base di un parere scientifico di Sir Patrick Vallance e del dottor Chris Whitty, due esperti di riconosciuta fama mondiale, ha ritenuto che bisognava limitare allo stretto indispensabile la libertà dei suoi cittadini, abituati da tempo immemorabile a farne un uso sempre molto ragionevole e corretto. E soprattutto in momenti di drammatiche calamità.
Ripetendo, mutatis mutandis, il motto famoso di Churchill che prometteva “sudore, lacrime e sangue”, il Premier britannico, nel solco della tradizione del Paese, non ha assunto misure (né drastiche né pasticciate) né altri provvedimenti vincolanti: ha solo invitato gli Inglesi alla prudenza (di fronte a una situazione definita grave), a rinunciare (volontariamente) alla frequenza di pube teatri, a muoversi, il più possibile nei limiti delle raccomandazioni date.
Altri suggerimenti (non ordini coercitivi e sanzionati) sono stati dati agli ultrasettantenni (“Schermatevi, il più possibile, dai contatti sociali”), ai partecipanti a grandi adunate, mettendoli sull’avviso che non sarebbero stati realizzabili servizi d’emergenza (date le circostanze), ai portatori sintomatici del morbo (febbre o tosse persistente) di autoisolarsi per due settimane, insieme a tutti i conviventi, chiamando un numero telefonico di emergenza solo in casi particolari (elencati).
Jonhson, in altre parole, nella sua responsabilità di premier di un grande Paese di forte e vera tradizione liberale non ha voluto né seguire le misure restrittive ma efficaci della Cina dittatoriale (ghettizzazione di un’intera città, costruzione a tempo di record di ospedali e impianti di terapia intensiva) né quelle ugualmente restrittive ma pasticciate, tardive, prese in preda al panico, confuse e contraddittorie degli Stati-membri dell’Unione Europea (immissione di contagiati in ospedali con malati gravi, fughe di notizie su blocchi dei mezzi di trasporto, Schengen sì, Schengen no e via dicendo).
Domanda: Quale può essere la ragione di tante italiche (e forse europee) falsità nei confronti del Regno Unito di Gran Bretagna da parte di un sistema mass-mediatico stranamente “omogeneo e compatto” nei suoi attacchi agli Inglesi?
Quei giornalisti farebbero cosa più utile ad avvertire gli Italiani (che non se ne siano ancora accorti) di quale livello sia la classe politica che li governa o è all’opposizione.
Sarebbe utile raccontare i pasticci che sono stati fatti sia dal governo centrale del Paese sia dai governi delle Regioni; pasticci che hanno portato il Paese a collocarsi come il più infestato dopo la Cina.
Non sarebbe neppure male spiegare ai lettori e ascoltatori come un Paese di grande rilievo storico abbia perso ogni libertà e autonomia nei confronti di una cricca di tecnocrati da nessuno mai eletti e tollerati in virtù di Trattati che potrebbero ben essere modificati.
Un altro aspetto da chiarire sarebbe quello se sia fondato il dubbio che all’origine delle deficienze del nostro sistema sanitario (come della crescita zero della nostra economia) vi possano essere le regole costrittive e paralizzanti dell’Unione Europea.
Conclusione: per il Coronavirus come per la Brexit non è bene prendersela con chi ha avuto il coraggio di fare prevalere la razionalità sull’emotività, la competenza sull’improvvisazione, la scelta ragionata sul panico per il futuro.
La pandemia, se sarà certamente responsabile, anche per l’insipienza della classe politica europea, di un numero enorme di morti, potrà sottrarre il vecchio continente, una volta sconfitta e con ricorso a un po’ di politico coraggio, alla schiavitù di ingordi banchieri che impedendo ai membri dell’Unione Europea di esercitare le prerogative di Stati sovrani hanno reso estremamente difficile persino la cura della nostra salute.