Era da tempo che volevo scrivere qualcosa sulla corsa, qualcosa che spiegasse perché ad un certo punto ho iniziato a correre. Addirittura a correre una maratona.
Tutti noi abbiamo corso, da piccoli la corsa è naturale, quasi per tutti, si corre per gioco, per sfuggire alla ciabatta della mamma, insomma si corre perché ci si diverte, anche i piccoli piccoli appena imparano a camminare subito che vogliono correre.
Poi si cresce e non si corre più, almeno non nel senso vero della parola, corriamo tutto il giorno dietro a mille affanni. E stranamente la corsa ci viene in aiuto proprio quando abbiamo bisogno di fermarci. E allora ieri avevo bisogno di “staccare” il primo impulso è stato di buttarmi sul divano, copertina e tv, visto che pioveva… poi quasi come un automa mi sono messa i miei vestiti da corsa, le scarpette e sono uscita sotto una pioggia battente.
Perché? Perché oltre che andare a faticare dovevo farlo anche sotto una pioggia che prometteva solo tanta altra pioggia? Perché nella mia testa c’era qualcosa che andava scastrato, c’era qualcosa che stava insinuando che non ero abbastanza.
Ho iniziato a correre da casa mia verso via Terrano, i primi km il pensiero era sempre fisso lì “Non ce la farai” poi ho iniziato ad accusare la fatica, le gambe andavano, il fiato un po’ meno, continuavo a correre ed il pensiero ad un certo punto, come se ci fosse un’interferenza, un interruttore, iniziava a visualizzare altro, “il momento” quel momento lì, non potevo concentrarmi su nient’altro… la fatica iniziava a suggerirmi di fermarmi e riprendere fiato, ma no… “arrivo fino a quel palo poi recupero”… supero il palo, “allora mi fermerò appena finita la salita”, intanto il cuore pompava, e la pioggia aveva già inzuppato tutti i miei vestiti e le scarpe e aveva lavato via i miei pensieri.
Le auto passavano e tentavo di ripararmi dagli schizzi, poi ad un certo punto neanche più quello ero fradicia, lacrime e pioggia ero libera… la corsa è sofferenza, è gioia, è forza e puoi contare solo sulla tua, nessuno può fare niente quando ti senti solo, quando davanti a te c’e solo asfalto e salita, nessuno può togliere la tua sofferenza neanche l’amore più grande può nulla e la corsa è lì a ricordarti che solo tu puoi arrivare all’obiettivo, al traguardo… puoi contare solo sulle tue gambe e quando non puoi contare nemmeno su quelle allora solo la tua testa può fare il miracolo.
Così è nella vita, anni fa mi sono trovata di fronte alla notizia più brutta che si possa ricevere, ero sola, il mio corpo mi aveva tradito…la mia testa MAI!