martedì 5 Novembre 2024
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Il testo dell’accordo privato tra Ronaldo e Kathryn Mayorga

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Il testo dell’accordo privato tra Ronaldo e Kathryn Mayorga

Il settimanale tedesco Der Spiegel ha ripescato un documento messo in rete nel 2015 – insieme con altre migliaia di carte – da un misterioso hacker e lo ha pubblicato. Si tratta del testo dell’accordo extragiudiziale firmato nel 2010 da Cristiano Ronaldo e Kathryn Mayorga, la donna che dice di essere stata stuprata dal calciatore il 13 giugno 2009 nella suite 57306 del Palms Hotel di Las Vegas. Luca Fazzo sul Giornale: «Sarebbe ora sterile dietrologia arrovellarsi sui motivi per cui lo Spiegel va oggi a ripescare il foglio che tre anni fa era passato inosservato».
La Mayorga, in quel contratto scritto in inglese, si impegnava a a star zitta in cambio di 375 mila dollari, e accettava così di rinunciare alle azioni penali e civili nei confronti del portoghese. Tra l’altro nel testo Ronaldo si impegnava a far arrivare alla Mayorga i risultati di un suo test Hiv, certificando così che il rapporto sessuale tra di loro era stato non protetto. Der Spiegel ha anche reso nota la prima versione dei fatti (poi modificata) fornita da Ronaldo al suo team di avvocati: il rapporto sessuale con Kathryn Mayorga è descritto come «brusco, frettoloso e sbrigativo»; «ripeteva: no, non farlo, io non sono come tutte le altre…»; «Alla fine mi sono scusato». Intanto sembra che la polizia di Las Vegas, che ha riaperto le indagini sul caso, abbia smarrito le prove materiali ricevute in custodia all’epoca, ovvero il verbale dell’interrogatorio della ragazza, l’esito della sua visita medica, il vestitino e la biancheria intima indossati quella notte.
Leslie Stoval, avvocato della Mayorga, dice d’essere stato contattato da un’altra donna che sostiene di essere stata violentata dal campione e di aver comunicato le sue generalità alla polizia di Las Vegas. «Voglio parlare con le ex fidanzate del calciatore, le ragazze che lo conoscono intimamente: sarebbero preziose per capire la sua condotta. Andrò in Inghilterra, se serve». Tra le ex amanti di Ronaldo ci sono nomi celebri: Kim Kardashian, Paris Hilton, Gemma Atkinson, Irina Shayk.

«Su qualche quotidiano escono lunghe e puntuali cronache della spiacevole vicenda extracalcistica che riguarda Cristiano Ronaldo. Poi si volta pagina e prorompe dalla pagina medesima il medesimo CR7 in mutanda bianca ben esposta e l’impressione complessiva diciamo che è un po’ così» [Dipollina, Rep].

La Lega sfiora il 34%, il M5s scende al 28.5%

L’ultimo sondaggio pubblicato da Pagnoncelli sul CdS dice che le intenzioni di voto per la Lega sfiorano il 34%, mentre scendono al 28,5% quelle per il M5s, in calo di 1,5 punti rispetto a un mese fa e di 3 punti rispetto a luglio. Per il resto, sempre rispetto al sondaggio di un mese fa, il Pd è stabile al 17% e Forza Italia perde un punto, scendendo all’8%. Secondo Pagnoncelli, oltre alla questione migranti rilanciata dal caso Riace, «a supporto del consenso leghista arriva il tema delle pensioni e di quota 100, molto sentito da una parte rilevante dell’elettorato, soprattutto tra i lavoratori del Nord, bacino principe del consenso leghista» (vedi anche l’intervista ad Alessandra Ghisleri in Pagina Zero).
Galli della Loggia sostiene stamattina che la crisi del Pd e l’inesistenza in Italia di un partito autenticamente popolare si originano dalla natura del vecchio Pci, il quale non fu mai un partito popolare. «Il Partito comunista non è mai stato e non ha mai voluto essere un partito popolare tipo il Partito laburista o la Spd tedesca, partiti nati e in certa misura rimasti in prevalenza culturalmente e antropologicamente popolari e nazionali (spesso guidati non a caso anche da leader usciti dagli strati popolari). Il Partito comunista è sempre stato una cosa diversa. Esso nacque come partito di avanguardie rivoluzionarie perlopiù intellettuali, le quali verso il popolo come tale e verso il suo universo nutrivano una notevole diffidenza. Nei confronti della stessa classe operaia quelle avanguardie si ponevano in un ruolo superiore di guida, autoassegnandosi il compito di correggere in senso rivoluzionario la spontanea, presunta tendenza popolare alle rivendicazioni, definite sprezzantemente «corporative» (leggi più alti salari e migliori condizioni di vita) [CdS].

Incidenti a Roma

Il viceprefetto di Roma Giorgio De Francesco, 54 anni, è stato travolto e ucciso sabato scorso a Roma da un bus turistico mentre attraversava sulle strisce pedonali via Cavour, a pochi passi dai Fori Imperiali. Camminava a braccetto con la moglie, rimasta illesa. Nell’impatto, il funzionario ha sbattuto la testa sull’asfalto: dopo lo scontro il pullman è passato sopra il corpo, riuscendo a fermarsi solo qualche metro più avanti. L’autista dell’autobus, sceso in lacrime dal suo mezzo, ha gridato di aver frenato, ma che i freni non hanno risposto al comando. Poche ore dopo all’altezza della basilica di Santa Maria in Cosmedin, dove si trova la celebre Bocca della Verità, un’altra persona è stata investita e uccisa da un Suv (una jeep Renegade). Si tratta di un inglese di 72 anni, di cui si sanno solo le iniziali, C.H.. La donna che stava con lui, un’italiana di 51 anni, rimasta vittima dello stesso incidente, è gravissima in ospedale. I due sono stati trascinati per una ventina di metri dal fuoristrada. La coppia – due insegnanti – stava tornando dalla fiera della Coldiretti al Circo Massimo, dove avevano fatto la spesa. «L’impatto è stato così violento che tutto è volato via, scarpe occhiali borsa, barattolo di yogurt. Una ciocca di capelli sull’asfalto, cerchiata di bianco. Poco più in là, una scarpa da tennis grigia, l’altra è lontana. Gli occhiali e poi una borsa nera, un pezzo di formaggio e la carta che lo avvolgeva. Sul Suv. La Jeep blu scuro è ferma lì accanto, il cofano completamente deformato. Schizzi di latte e yogurt sul parafango e anche sull’asfalto. Solo nel 2018 a Roma sono morti 32 pedoni, investiti mentre attraversavano la strada. E sempre nello stesso anno si sono verificati 124 incidenti mortali, tra la Capitale e la provincia» [Maria Lombardi – Fabio Rossi, Mess]. L’uomo che era al volante del fuoristrada correva troppo e si trovava sulla corsia riservata ai mezzi pubblici, dunque è imputabile di omicidio stradale (arresto immediato, condanna fino a 7 anni).

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