Con il 34,3 per cento la Lega ha trionfato in tutte le circoscrizioni. Per Matteo Salvini, che ha preso 2.188.122 preferenze, questo vuol dire «ridurre le tasse, accelerare su autonomia e infrastrutture». Vuol dire Tav in Piemonte, dove la Lega ha preso quasi il triplo dei voti del M5s: «Non dico sia un referendum, ma poco ci manca». Vuol dire politiche sui migranti: «A Riace e Lampedusa, i due comuni che la sinistra ha scelto come simbolo dell’antisalvini, la Lega ha vinto con oltre il 30%. Quella sui migranti sarà la prima battaglia che vinceremo in Europa, la geografia in Europa è cambiata».
Ieri al Viminale, in conferenza stampa – camicia bianca, blues jeans, cravatta verde – Salvini s’è anche detto orgoglioso dei voti dei romani dove la Lega è, con il 25,78%, il secondo partito, dietro al Pd, davanti al M5s: «I romani si aspettavano tanto di più dalla Raggi altrimenti non ci avrebbero dato migliaia di consensi». Per quanto riguarda l’Ue «bisogna rivedere le politiche sulla crescita». E sullo sforamento del 3% conclude: «Non ho voglia di sfidare nessuno, ma non sto a impiccarmi a un parametro, un numero o una regoletta».
«Un mese di tempo, la clessidra è già partita. «Entro l’estate voglio un sì concreto su autonomie, sblocca cantieri, riduzione delle tasse, Tav e riforma della giustizia, oltre che sulla sicurezza già nel cdm di mercoledì – è la strategia che il vicepremier leghista, forte del 34,3 per cento, concorda con Giancarlo Giorgetti e lo stato maggiore del partito prima di lasciare Milano per far rientro al Viminale – “Altrimenti per me è inutile restare insieme al governo, si può anche tornare al voto”. Per votare a settembre la crisi va aperta entro il 15 luglio» [Lopapa, Rep].