“Un modello unico per l’Architettura. E’ come dire addio alla Cappella Sistina”. Con queste parole l’insigne Storico dell’Arte Arturo Carlo Quintavalle ha voluto commentare su Il Messaggero di stamane i danni arrecati alla Basilica di Notre Dame de Paris in seguito al rovinoso incendio, scoppiato per cause ancora tutte da appurare nel tardo pomeriggio di ieri e seguito dalle telecamere di tutto il mondo.
E qui è doverosa una prima, anche se tristissima considerazione: credo trattarsi di una delle poche-e auspichiamo uniche- volte che l’Umanità segua in diretta la distruzione di un’opera d’arte, come la Basilica di Notre Dame de Paris, non solo Patrimonio Unesco e scrigno incommensurabile di capolavori unici al mondo (penso solo alla bellezza delle sue Vetrate, perse per sempre), ma testimone parlante del millenario patrimonio cristiano dell’Europa, l’unico forse in grado di ricostruire quella Casa Comune Europea, oggi così declassata e bistrattata dalle varie Brexit e dagli insulsi rigurgiti populisti e sovranisti.
E’ vero, in passato c’erano stati gli incendi del Teatro La Fenice di Venezia-poi risorto dalle sue stesse ceneri ma che non ha più il fascino d’antan che possiamo ritrovare ad esempio in alcune celebri sequenze di “Senso” di Luchino Visconti– e l’11 settembre delle Twin Towers a New York, paragonato dal compositore Karlheinz Stockhausen addirittura a “un capolavoro”, specificando meglio il senso della sua affermazione: “Volevo solo dire che Lucifero è tra noi, come provano i fatti dell’ 11 settembre, che non ho mai visto perché non ho la televisione, ma che considero un capolavoro luciferino nel senso di massima furia criminale e distruttiva”.
La seconda considerazione è per così dire più di carattere tecnico-logistico: come mai il tetto ligneo della Basilica di Notre Dame de Paris non era dotato di un impianto anti-incendio? C’era ed era stato disattivato causa i lavori di restauro in corso? E su disposizione di chi? Tutte domande per ora in sospeso, ma sulle quali si spera che le varie commissioni d’inchiesta riescano a dare a breve risposte certe e incontrovertibili.
La terza considerazione è affidata alla forza della Fede: In Cruce, in Luce. Ieri ha avuto inizio la Settimana Santa, e alla Città di Parigi, purtroppo, è toccata una Prima Stazione infinitamente dolorosa della sua attuale Via Crucis, che da mesi a questa parte, oltre i persistenti pericoli del terrorismo islamico, la vede oggetto di saccheggi e rapine da parte delle frange più oltranziste dei gilets jaunes.
Anche se in queste tragiche ore prevale umanamente lo sconforto e il dolore per i danni arrecati dal rovinoso incendio all’amatissima Basilica di Notre Dame de Paris, simbolo stesso non solo di Parigi e della Francia tutta, ma della storia millenaria dell’Europa Cristiana, auspico a breve una mobilitazione mondiale delle coscienze di tutti gli Uomini di Buona Volontà per ricostruire, com’era e dov’era, uno tra i più insigni monumenti della Storia dell’Arte e della Fede di tutti i secoli.
La Luce che emana dalla Croce di Cristo, in quel che resta degli interni della Basilica di Notre Dame de Paris, sia l’icona di questa Santa Pasqua di Resurrezione e Vita. Vicino all’amatissima Città di Parigi e alla Nazione Francese con le mie preghiere e con il mio immenso affetto.