Esce il 24 febbraio 2022 per Infinito Edizioni il primo romanzo firmato dall’attrice, autrice e compositrice Martina Galletta: La Dimora degli Dei.
C’è una lunga tradizione di noir al femminile nella letteratura occidentale, da Agatha Christie a Fred Vargas, da Mary Shelley a Matilde Serao. Donne autrici di capitoli unici del patrimonio romanzesco europeo e non solo, donne creatrici di personaggi alla ricerca della verità tra grovigli di delitti e crimini. Al suo debutto alla scrittura di un romanzo, Martina Galletta parte da questa tradizione, con un omaggio conclamato alle signore del giallo, per dare vita a un nuovo noir di genere, ambientato tra le due guerre, proponendo una sua lettura del ruolo femminile a ridosso della seconda guerra mondiale, dando vita a un racconto di emancipazione femminile e coraggio, con leggerezza e ironia.
Misteri, delitti, furti e colpi di scena: da dove nasce la volontà di scrivere un noir?
Sono sempre stata una grandissima ammiratrice di Agatha Christie, che aveva la duplice genialità sia di sbalordire il lettore all’ultima pagina, come l’illusionista che devia la nostra attenzione senza che noi ce ne accorgiamo, sia di creare personaggi di una tale profondità da restare per sempre nel cuore. Per non parlare della precisione meticolosa e avvolgente delle sue atmosfere.
Ovviamente ho tantissimi altri riferimenti culturali, sono una lettrice avida e sono cresciuta tra Dumas e Čechov, tra Tolstoj e la Allende, tra la Kristof, Murakami Haruki e il Marchese de Sade. Ma, per il mio primo romanzo, ho voluto tentare di ricreare un mistero fitto e intrigante che però desse spazio anche all’approfondimento psicologico dei personaggi, a cominciare da Britta, la mia protagonista.
E ho voluto cimentarmi con l’eterno dilemma dell’impossibile che diventa possibile: il mistero di un omicidio commesso in una stanza chiusa dall’interno.
Come hai lavorato sulla ricostruzione storica del contesto in cui si ambienta la tua storia, l’Austria del 1938?
Ho dovuto studiare tantissimo! Sono sempre stata profondamente affascinata dal periodo storico intercorso tra le due Guerre Mondiali, ma avendo ambientato il romanzo al confine tra Austria, Svizzera e Germania ho dovuto confrontarmi con la complessità politica della questione Anschluss e con lo stravolgimento socio-economico che Hitler e il partito Nazionalsocialista stavano attuando in quel periodo, sia con i trattati segreti (come ad esempio quello del ’34) sia con la violenza. Ma mi sono documentata approfonditamente anche su aspetti più piacevoli: mi sono divertita a studiare la moda dell’epoca, che per altro trovo splendida, per poter ‘’vestire’’ i miei protagonisti nel modo più appropriato; ho fatto ricerche sulla tradizione culinaria di quelle zone, sui vini pregiati, i profumi, sul tipo di musica e di libri che erano più in voga… Persino sulla grana delle calze di seta.
Insomma, quando leggerete “La Dimora degli Dèi”, farete un vero e proprio salto nel passato!
Oltre che autrice, sei un’attrice e una musicista: cosa hai portato delle altre tue due vite in questo libro?
Praticamente tutto! L’attore deve offrire se stesso, le sue emozioni, le sue sensazioni, la sua voce, il suo corpo al personaggio: scrivere è esattamente la stessa cosa. E dato che recitare è un lavoro pratico, oltre che intellettuale, la mia esperienza di attrice mi ha aiutato a immedesimarmi nella realtà fisica, concreta dei miei personaggi. Ti faccio un esempio: c’è una scena in cui Britta, la mia protagonista, per una serie di motivi non riesce a pranzare né a cenare. E, cercando di mettermi nei suoi panni, mi sono resa conto che… doveva sicuramente avere una fame tremenda! Tanto che tutti i problemi che si ritrova ad affrontare in quel punto del romanzo passano in secondo piano. Perché questa sua esigenza è concreta, è reale. La vita è cosi: è caotica, è contraddittoria, è inaspettata. Io voglio scrivere anche con i sensi: e affinché il lettore si senta completamente catapultato nella vicenda, deve sentire i profumi, assaporare i vini, commuoversi non perché gli ho raccontato Chopin, ma perché l’ha effettivamente sentito risuonare dentro di sé in tutta la sua travolgente malinconia. Come vedi, anche l’essere musicista mi è stato parecchio d’aiuto!
La tua creatività sembra inesauribile: quali nuovi progetti all’orizzonte?
Sto ovviamente proseguendo col mio lavoro di attrice, che mi porterà in tournée con “Lezione da Sarah”, pièce teatrale sulla falsa riga de l’“Elvira” di Jouvet, in cui recito al fianco di Galatea Ranzi e a cui tengo in modo particolare perché, oltre a interpretare un personaggio che amo molto, ho composto ed eseguito le musiche originali dello spettacolo. A breve dovrei anche tornare sul set.
Girerò l’Italia per presentare la “Dimora degli Dèi”, naturalmente…
E sto cominciando a scrivere il mio secondo romanzo!
Posso anticiparvi poco, quello che però posso svelare è che si tratterà sempre di un romanzo storico, genere che mi è particolarmente congeniale, ma ambientato in un’altra zona del mondo e con altri personaggi. Una cosa, però, è certa: misteri, delitti, furti e colpi di scena non mancheranno!