La colina, spesso detta anche vitamina J, è una molecola simile alle vitamine del gruppo B che interviene come coenzima in numerose reazioni metaboliche.
La colina viene utilizzata per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo nel sangue e per proteggere la salute del fegato.
Inoltre sembra essere particolarmente importante per il buon funzionamento del sistema nervoso, tanto che viene consigliata in caso di depressione, perdite di memoria, Alzheimer e altre forme di demenza, corea di Hungtington, sindrome di Tourette, atassia cerebellare, disturbo bipolare, alcune forme di convulsioni e schizofrenia.
Secondo la nutrizionista britannica Emma Derbyshire una dieta strettamente vegana rischia di farci assumere troppa poca colina rispetto a quanto abbiamo bisogno.
L’Istituto americano di medicina ha raccomandato un’assunzione giornaliera minima quantificata in 425 mg al giorno per le donne e 550 per gli uomini, che diventano 450 e 550 per le donne in gravidanza o che allattano. Nel 2016 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato requisiti giornalieri simili.
Tuttavia, sondaggi in Nord America, Australia ed Europa mostrano che l’assunzione abituale di colina, in media, non è quella raccomandata.
“Questo è preoccupante – evidenzia Derbyshire – dato che le tendenze attuali sembrano essere verso la riduzione della carne e le diete a base vegetale”. L’esperta poi si sofferma in particolare sul Regno Unito, spiegando che “attualmente la colina è esclusa dai database di composizione degli alimenti nel Regno Unito, dalle principali indagini dietetiche e dalle linee guida dietetiche”. Potrebbe essere il momento che il Comitato consultivo scientifico indipendente sulla nutrizione del governo del Regno Unito inverta tutto questo,suggerisce, in particolare alla luce delle crescenti prove dell’importanza della colina per la salute umana.