Di Mattia Baldi
Oramai siamo giunti agli sgoccioli della battaglia contro il COVID19, tra poco tempo ci sarà la necessità di ripartire e dovremmo tornare alla nostra quotidianità, virus o non virus l’economia deve riprendere. Intorno ad essa gira il mondo, o meglio, girano determinate classi sociali che la fanno da padrone, perché il mondo di noi non ha bisogno. Fra poco torneremo ad aprire le porte di casa, purtroppo, e noi esseri umani torneremo a lasciare “il nostro squarcio nella tela.”
Mentre gli uomini festeggeranno il ritorno alla vita e le aziende il ritorno alla produzione, l’ambiente subirà un colossale effetto boomerang a causa dell’impatto ambientale della nostra “preziosa quotidianità”, probabilmente nell’indifferenza più totale dei media, che ci hanno bombardato con bollettini bellici per tutto il periodo di quarantena.
Otto. Gli anni che ci rimangono per evitare di scatenare una reazione a catena che porterà alla distruzione di ogni ecosistema, sono solo otto, e diminuiscono in modo esponenziale. Chi saremo una volta smossi, i cardini di casa?Quelli che festeggeranno la fine della lotta e della sofferenza o quelli che prenderanno parte alla guerra più importante?
Molti saranno portati a scegliere la prima opzione, strumentalizzati dal potere , probabilmente si tornerà a vivere nell’indifferenza più totale, ci si creerà una bolla immaginaria dentro la quale va tutto bene, tanto lo Yemen è lontano ed otto anni sono tanti, magari salveremo il mondo più in là.