Il premier Giuseppe Conte non ne può più e ieri ha lanciato un aut-aut: se Lega e M5s non trovano presto un accordo, si dimetterà. I due devono farla finita di litigare a mezzo stampa: «Se hanno qualcosa da dire, vengano a dirla a me». Esasperato dalla campagna elettorale («ho fatto un errore di valutazione non pensavo che la campagna potesse diventare così aspra»), il premier è andato più volte al Quirinale a discutere con il presidente Mattarella «che ringrazio per i suoi preziosi consigli».
A infastidire Conte, anche le continue ingerenze di Salvini e Di Maio: «Se il ministro dell’Economia e il premier interloquiscono con le autorità della Ue per evitare una procedura di infrazione che farebbe molto male al Paese, le due forze politiche non devono intervenire». Insomma Conte, dopo aver elencato tutto l’operato del governo e tutto quello che si propone di fare nei prossimi tre anni, ha chiesto ai suoi due vice «se hanno intenzione di proseguire con lo spirito del contratto stipulato o se preferiscono riconsiderare questa posizione, se hanno la speranza di rafforzare la propria posizione elettorale o riscattare una sconfitta. Chiedo una risposta chiara, inequivoca e rapida perché il Paese non può attendere. Io non posso andare avanti da solo».
La risposta di Salvini non si è fatta attendere: «La Lega c’è. Il voto alle europee è stato chiaro, le regole Ue vanno cambiate». Di Maio, alludendo indirettamente alla voglie di ribaltone di Fico: «Ci vuole un vertice, anche domani. Questa è l’unica maggioranza possibile».
Secondo la Stampa, Salvini si prepara ad un rimpasto: il ministero delle Infrastrutture (Toninelli) e uno dei due di Di Maio dovrebbe traslocare alla Lega.
«Gli ultimi sondaggi dopo le europee danno la Lega ancora in crescita, al 36%»
[La Mattina, Sta].
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