Di Aurelia Merola
Ecco che il cigolio della porta incomincia a farsi sentire.
La porta si sta aprendo e io con l’anima son già fuori.
Sto immaginando intensamente dal divano di casa a quando la porticina si riaprirà e a quando il tempo inonderà nuovamente le nostre vite.
Rifletto sul fatto che ognuno di noi da questo tragico evento ha apprezzato ciò che quotidianamente trascurava. Il virus ha smontato all’improvviso i nostri castelli di sabbia facendoli precipitare al suolo con un’eco assordante. La nostra fragilità ha buttato via le maschere da superuomo che giornalmente indossavamo, e sono ritornate a contare le piccole ma preziose cose di tutti i giorni, l’attenzione per l’altro, l’importanza della solidarietà, della social catena per fronteggiare le dure difficoltà della vita.
Ricordiamoci che dal nostro disastro possiamo rifiorire TUTTI come fanno le fragili e profumate ginestre sulle pendici del Vesuvio di leopardiana memoria.
Se tutti noi comprenderemo queste piccole e grandi verità saremo capaci di un mondo migliore perché noi stessi saremmo migliori.
Non rifugiamoci più nei templi della filosofia narcisista e non sediamo più nella cavea greca come spettatori di un naufragio che tocca ad altri, tendiamo invece la mano oltre quel sipario, oltre quella televisione, oltre la porta.
E… detto questo, quando quella porta si riaprirà e sentirò i raggi del sole sulla pelle, cercherò di contribuire al benessere mondiale, nel mio piccolo e poi magari, un giorno nel grande… chissà…
In questa vita sorprendente tutto puo’ succedere, soprattutto se lo si vuole!