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mercoledì 8 Maggio 2024
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Le ossa della Nunziatura potrebbero essere di un’adolescente

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Le ossa della Nunziatura potrebbero essere di un’adolescente

Le ossa trovate sotto il pavimento del seminterrato destinato alla guardianìa della Nunziatura, nella Villa Giorgina di via Po a Roma, appartengono certamente a due esseri umani [Rep], uno dei quali certamente di sesso femminile, piccolo di statura e di corporatura minuta [Sta]. Potrebbe trattarsi di Emanuela Orlandi e/o di Mirella Gregori (le due scomparse del 1983) ma anche della moglie del custode della Nunziatura, scomparsa misteriosamente nel 1960.  Oltre all’analisi genetica, che non si annuncia complicata, bisognerà risalire alle società che in questi anni hanno lavorato alla manutenzione del palazzo, soprattutto di quelle che hanno messo mano al pavimento sotto il quale sono state ritrovate le ossa. Questo pavimento venne sostituito nel 1980, dunque è improbabile che le ossa risalgano a prima. Tra i convocati dagli inquirenti spicca il nome di Anna Mascia, che è stata responsabile della portineria dal 2003 fino a pochi mesi fa quando è andata in pensione: «una signora molto devota, due figli, una condotta di vita irreprensibile, con un marito di nome Felice» [Mess].

Villa Giorgina fu regalata al Vaticano nel 1949 (Vedi anche, in Terza Pagina, l’articolo di Mattia Feltri).

Clamoroso bitcoin

Il bitcoin è nato nel 2008, ma la prima transazione vera è del 2011: due pizze acquistate da uno sviluppatore per 10 mila bitcoin. I diecimila bitcoin oggi varrebbero 64 milioni di dollari [Soldavini, Sole].

 Anche la polizia italiana riporta oltre confine migranti di nascosto

Sul confine orientale la polizia italiana si comporta come, sul confine occidentale, si comporta la polizia francese. I migranti che arrivano in Italia passando fra la Val Rosandra e il valico di Fernetti vengono dspesso riportati indietro di nascosto e consegnati alla polizia croata o slovena che li trasferisce poi in Bosnia, fuori cioè dai confini dell’Unione europea. Lo scrive La Stampa stamattina, sulla base di varie testimonianze. Ecco il racconto di Alì M., 31 anni, ex tassista di Islamabad, scaricato oltre confine dalla polizia. «Partito dal Pakistan alla fine del 2016 pagando 6 mila dollari ai trafficanti, era arrivato in Italia nei primi giorni di settembre: “Eravamo tutti convinti di avercela fatta. Ormai camminavamo a Trieste, sul lungomare di Barcola. La polizia ci ha presi e portati in questura. Eravamo felici”. E invece? “Hanno preso le impronte e fatto il foto segnalamento di tutti. Eravamo in 46. I primi 16 hanno presentato domanda di asilo, ma poi è venuta notte. C’era un interprete. Ha spiegato che il giorno dopo, di mattina, sarebbe stato il nostro turno. Aspettavamo in corridoio, ma era una cosa finta. Ci hanno fatto salire sul furgone, e ci hanno lasciati di là. Dopo una sera nella caserma della polizia slovena, abbiamo fatto tutto il viaggio al contrario. Anche io sono stato picchiato dai poliziotti croati. Succede a tutti. Ti bastonano. Scappando mi sono ritrovato in Bosnia, dalle parti di Velika Kladusa. Dopo una settimana in cui mi sono sentito molto triste, ho deciso di riprovare. Ho impiegato 13 giorni a piedi, sono caduto in un crepaccio, ma un amico afghano mi ha salvato. E questa volta, finalmente, ce l’ho fatta. Ho presentato la mia domanda di asilo alla questura di Gorizia. Sono in attesa» [Zancan, Sta].

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