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Idea-AzioneLettera aperta a Giletti

Lettera aperta a Giletti

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di Giovanni Zaccagna

Riproponiamo in versione integrale la lettera aperta di Giovanni Zaccagna a Massimo Giletti, pubblicata il 07/03/2019 sul sito parlamento.eu, ritenendo che il grande problema dell’informazione sia la sua rigorosa e documentata veridicità.

Alla cortese attenzione di Massimo Giletti.

Gentile Dott. Giletti, ho appena finito la visione del suo programma di questa sera (03.03.2019) e sono rimasto esterrefatto dalle inesattezze tecniche e dalle vere e proprie disinformazioni che attraverso la sua trasmissione vengono date ai cittadini Italiani.Lei continua ad invitare, come tanti altri conduttori, il direttore Giordano alle sue trasmissioni per parlare di Vitalizi, non si rende conto che o Giordano è totalmente ignorante della materia o mente spudoratamente.
Altrettanto dicasi della bella deputata dei 5S che Lei ha invitato ma che, come Giordano, di vitalizi NULLA comprende.

Massimo Giletti
Massimo Giletti

Ora, per non fare come i suoi ospiti, vengo al merito per confutare e smentire tutta una serie di Fake date nella trasmissione, come in tante altre.

Lei continua ad invitare, come tanti altri conduttori, il direttore Giordano alle sue trasmissioni per parlare di Vitalizi, non si rende conto che o Giordano è totalmente ignorante della materia o mente spudoratamente.
Altrettanto dicasi della bella deputata dei 5S che Lei ha invitato ma che, come Giordano, di vitalizi NULLA comprende.
Ora, per non fare come i suoi ospiti, vengo al merito per confutare e smentire tutta una serie di Fake date nella trasmissione, come in tante altre.

1 – La prima delibera sugli assegni vitalizi non è della Camera dei Deputati e non si tratta nemmeno di una deliberazione.
Il primo atto istitutivo del vitalizio è del Senato della Repubblica e avvenne per approvazione dell’assemblea di Palazzo Madama il 25.03.1954 (quindi ben prima della Camera che lo voto solo a dicembre dello stesso anno)
L’assemblea diede mandato al Consiglio di presidenza di redigere il testo finale dello Statuto cosa che venne fatta in data 09.04.1954. (Quindi il primo vitalizio viene istituito con atto assembleare e non con delibera)

2 – Non è vero che l’indennità Parlamentare non viene stabilita dalla legge ma bensì dal consiglio di Presidenza.
La legge 1261/1965 all’articolo 1 – stabilisce la misura MASSIMA dell’indennità e delega i Consigli di Presidenza di Camera e Senato di fissarne la misura su quel tetto massimo.
In altre parole i Consigli di Presidenza la rivedono al RIBASSO rispetto al tetto massimo fissato per legge, tetto che non è fisso ma è parametrato all’indennità dei Magistrati. (leggersi testo norma)

3 – Non è vero, come continua a raccontare Giordano, che alcuni Parlamentari hanno maturato il vitalizio con pochissimi giorni di mandato (mi risulta siano stati 5 negli anni 80).
La realtà è che quei pochi Parlamentari, prima della riforma del 1994, hanno maturato con quei pochi giorni il diritto a versare i 5 anni di contribuzione minima per avere l’assegno.
Nessun Parlamentare ha MAI percepito l’assegno senza aver versato il minimo previsto in 5 anni.

4 – Non è vero che in Italia NESSUNO va in pensione con 5 anni di contributi, vero è il contrario e cioè che 5 anni di contributi sono il MINIMO per andare in pensione. (Si chiama pensione di vecchiaia contributiva)

5 – Capisco che pare una questione di lana caprina ma giuridicamente l’assegno dei vitalizi NON È UNA PENSIONE bensì una rendita assimilabile a quella di una assicurazione privata sulla vita.
Lo stabilisce la riforma varata da Camera e Senato a giugno del 1993 sotto la “spinta” della CORTE COSTITUZIONALE che poi così deliberò nella sua sentenza n. 289/1994.

6 – Capisco che anche questo le possa sembrare alieno ma nel conteggio CONTRIBUTIVO non contano tanto gli anni di contribuzione quanto i CONTRIBUTI VERSATI. Che il montante finale sia dato da 5, 10 o 50 anni di contribuzione, una volta moltiplicato per il coefficiente di trasformazione da esattamente lo stesso risultato di rendita.

Potrei anche continuare perché di imprecisioni giuridiche ne sono state dette tante ma per carità cristiana mi voglio fermare qui, ovviamente tutto quanto le ho relazionato è documentabile e i relativi documenti, se non li reperisce sul web, glieli posso fornire io in copia.

Direttore Giletti, ho 47 anni di professione alle spalle, mi occupo di revisione legale e consulenza aziendale fiscale e contributiva, affronto le tematiche pensionistiche sin dai tempi della scuola (riforma Brodolini del 1969) quelle della previdenza integrativa dal 1985, sono stato capogruppo in commissione bilancio ed ero in commissione lavoro al Senato durante la stesura della riforma DINI/TREU istitutiva del Contributivo (legge 335/1995).
Sono stato per 3 anni Responsabile Nazionale per FI sulle tematiche del lavoro e della previdenza e sono stato segretario tesoriere del Gruppo FI al Senato.
Non mi permetterei mai di volerle insegnare il suo lavoro di conduttore televisivo ma se vuole FARE INFORMAZIONE e non solo Fake News verifichi i contenuti della trasmissione. Un cordiale saluto.

Giovanni Zaccagna






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