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venerdì 26 Aprile 2024
Diario di una quarantenaLimbo: tutto fermo, tutti con il fiato sospeso...

Limbo: tutto fermo, tutti con il fiato sospeso…

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di Aurelia Merola

Con la pubblicazione di Aurelia inauguriamo una nuova Rubrica: “Diario di una quarantena”. Si tratta di un progetto di collaborazione tra la nostra testata giornalistica ed il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Vallo della Lucania, coordinato dalla Prof. Antonella Botti.
Il Diario è stato attivato durante i giorni di sospensione delle lezioni scolastiche in presenza, a causa dell’emergenza Coronavirus.
Un bell’esempio di didattica a distanza per sostenere i ragazzi ed avvicinarli ulteriormente alla scrittura: scrivere emozioni, pensieri, sensazioni provate in questo periodo di quarantena e riportarle in un Diario, ogni giorno con un tema diverso.
Moondo ha trovato l’iniziativa meritevole di essere pubblicata.

Martedì, 10 marzo. Italia.

È mezzogiorno.

“Vivere
È passato tanto tempo
Vivere
È un ricordo senza tempo
Vivere
È un po’ come perder tempo
Vivere e sorridere dei guai
Così come non hai fatto mai
E poi pensare che domani sarà sempre meglio
Oggi non ho tempo
Oggi voglio stare spento…”

sono scesa in cucina; sento mamma canticchiare le sue solite canzoni di Vasco Rossi mentre frigge la carne trita in una pentola scoppiettante e la cucina si riempie di odorini domenicali; ma è martedì.

Cucinare
È tutto fermo. Tutto con il fiato sospeso…

C’è il balcone aperto e da lontano vola con leggerezza una vecchia canzone dei Pink Floyd ‘Time’ accompagnata dalla musicalità del cinguettio degli uccellini che allegri e ignari delle condizioni umane, sorridono , cantano e stanno insieme formando degli assembramenti sul tetto del vicino; sono felici perché fra pochi giorni arriverà la primavera.

“Il postino non è arrivato stamattina?” mi sussurra mamma , “vado a vedere” rispondo . Apro la buca delle lettere, ma l’unica cosa che esce, sotto forma di particelle anomale, é un’aria di assenza. Mi intristisco. Alzo la testa per trovare un appiglio e vengo catturata dal cielo azzurro, chiaro, così paradossalmente aulico, così solenne da sembrar sospeso nel limbo dantesco.

È tutto fermo. Tutti con il fiato sospeso.

Quante volte, diciamoci la verità, avremmo voluto godere di questa atmosfera? Quante volte, mentre camminavamo per strada, avremmo voluto fermare tutto ciò che ci circondava per pigrizia o semplicemente per un po’ di tranquillità? Quante volte avremmo voluto posticipare quella maledetta sveglia che suonava esattamente alle 6:00 e non ti faceva sconti?

Ora le lancette sono ferme, la sveglia sembra riposarsi, le strade sono vuote e da lontano si scorgono i vetri lucenti delle finestrelle socchiuse e dai comignoli si alza un fumo quasi impercettibile che mostra l’opaca forma di vitalità. Ma cosa si nasconde sotto quei tetti? La nostalgia di una madre che, chiuse le università, vorrebbe che i suoi figli tornassero a casa e resta sospesa tra un piatto di pasta ed un telefono che non sa se squillerà e cosa le dirà; la speranza di un fratello o di una sorella di riempire al più presto quel letto vuoto da tanti, forse troppi mesi.

Il covid-19 lascia tutti a bocca aperta, persino i medici che catapultati in un mondo diverso dal nostro, sono affannati e combattono in trincea tra sospiri, apparecchi e terapie e anche per loro il tempo sembra infinito e non riesce più a riempirsi di quotidianità.

Tutto aleggia sul filo di un rasoio. L’ansia e la precarietà sono le nostre compagne di vita.

Ma #andràtuttobene, ne sono sicura. Godiamoci la casa, le “melenzane ‘mbuttunate”, le polpette al sugo e le tagliatelle al ragù, le storielle di nonna e i libri invecchiati ricolmi di polvere nella vecchia libreria di legno perchè ragazzi, fra non molto il ritmo frenetico riprenderà vita e queste cose potrete farle solo e soltanto di domenica.

Oggi è martedì. Oggi possiamo ancora vivere, probabilmente inusualmente, ma non abbiamo sempre detto che non ci piace per niente la vita monotona?






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