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“L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900-1918)”

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Dal 3 dicembre il Museo del Novecento di Milano presenta la mostra “L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900 – 1918)”, a cura di Giovanna Ginex e Danka Giacon e promossa dal Comune di Milano | Cultura. L’esposizione, collocata negli Archivi del Novecento al quarto piano del Museo è aperta fino all’8 marzo 2020 e si concentra sulla rilettura dell’attività artistica e delle vicende biografiche di Adriana Bisi Fabbri (Ferrara 1881 – Travedona Monate 1918) e del marito Giannetto Bisi (Ferrara 1881 – Verona 1919).

Chi era Adriana Bisi Fabbri ?

Autodidatta, dal 1907 si sposta in varie città italiane al seguito del marito, il giornalista Giannetto Bisi, ed esordisce nel 1908 presentando alla Quadriennale di Torino due disegni (Gaiezza, Fierezza). In seguito partecipa su consiglio di Umberto Boccioni, suo cugino e consigliere artistico, all’Esposizione d’Arte Libera futurista di Milano (1911) e alle due edizioni dell’Esposizione Internazionale Femminile di Torino, dove ottiene nel 1913 una medaglia d’oro. È inoltre presente alle mostre veneziane di Ca’ Pesaro nel 1911, nel 1912 e nel 1913. Dopo il trasferimento a Milano (1915) e l’adesione al gruppo di Nuove Tendenze, ala moderata del futurismo, espone più volte alla Famiglia Artistica ed alla Permanente. Nel 1914 tiene una personale a Mantova, ricca di cinquanta opere fra pastelli, disegni, oli e acquerelli.

Adriana Bisi Fabbri
Adriana Bisi Fabbri. autoritratto 1914

Il suo repertorio ufficiale comprende autoritratti e ritratti (eseguiti generalmente su commissione) cui affianca, soprattutto dopo il 1915, un’abbondante produzione di caricature, che vengono pubblicate dalle testate dell’epoca come “La Freddura”, “Il Popolo d’Italia” o “La Baionetta”. In questo settore, dove ottiene significativi riconoscimenti, s’avvicina allo stile di Aroldo Bonzagni.

Pittrice e caricaturista, Adriana Bisi Fabbri emerge come una figura autonoma del complesso scenario artistico a lei contemporaneo. Autodidatta, incuriosita da ogni tecnica e sperimentazione con cui entrava in contatto, la volontà ferrea di essere considerata un’artista a tutto tondo la guida attraverso un’epoca e un contesto in cui molti riconoscimenti e percorsi formativi erano preclusi alle donne.

Frutto di un’intensa attività di ricerca che ha visto come protagonista il Fondo Bisi Crotti, di proprietà del Museo del Novecento, il percorso espositivo corre lungo tre linee: la biografia di Adriana Bisi Fabbri, la passione che caratterizza il rapporto con il marito Giannetto Bisi che ne sosterrà il percorso artistico per tutta la vita e la fitta rete di relazioni che la coppia ha intessuto con i protagonisti di due decenni di arte italiana del secolo scorso.

Dallo studio delle fonti archivistiche è emerso il resoconto di un panorama artistico pulsante di vita, ricco di progetti, iniziative e movimenti di cui Adriana Bisi Fabbri e Giannetto Bisi furono parte integrante.

“L’intelligenza non ha sesso. Adriana Bisi Fabbri e la rete delle arti (1900-1918)”

Oltre duecento opere tra dipinti, disegni, grafiche e materiale documentario costruiscono uno scorcio sulla vita intellettuale di inizio secolo. Arte, giornalismo e avanguardie accompagnano il visitatore in un viaggio che da Ferrara passa per Bergamo e Milano, incontrando personaggi del calibro di Umberto Boccioni, Cesare Laurenti, Ugo Valeri, Eugenio Bajoni ed entrando in contatto con i gruppi d’avanguardia di Torino, Firenze, Venezia e Roma.

Il punto di vista di Adriana Bisi Fabbri e del marito Giannetto, catturato nel fitto carteggio inedito della coppia, fornisce una chiave di lettura privilegiata del contesto in cui la coppia si muoveva, intesseva rapporti e relazioni, traeva spunto da suggestioni incontrate e si sviluppava professionalmente e sentimentalmente. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Mondadori Electa.






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