martedì 5 Novembre 2024
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Mamma licenziata: il giudice dà ragione a Ikea

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Il giudice dà ragione a Ikea sulla mamma licenziata

Sul caso della mamma licenziata da IKEA, il giudice del lavoro di Milano ha confermato il licenziamento di Marica Ricutti, addetta per 17 anni alla mensa Ikea di Corsico, periferia Est di Milano, mamma separata con due figli, di cui uno disabile, licenziata un anno fa dal negozio Ikea di Corsico per il mancato rispetto dei turni di lavoro. La donna – che sosteneva di non riuscire a coprire gli orari che le erano stati assegnati e aveva quindi deciso di autodeterminarsi i turni – riteneva che il licenziamento fosse «discriminatorio» e chiedeva il reintegro e il risarcimento del danno. Aveva anche pesantemente e pubblicamente insultato la sua responsabile, fatto che nella sentenza viene giudicato come «insubordinazione verso i superiori». Si annunciano ricorsi anche da parte dei sindacati.

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La storia di Emile Ratelband, di anni 69, il quale pensa che, essendo ammesso diventar donna da uomo o uomo da donna, deve pure esser concesso di diventar giovane da vecchio e ha chiesto perciò al tribunale di Arnheim, in Olanda, che la sua data di nascita sia spostata in avanti in modo da potersi dichiarare, su Tinder, di anni 49 e non 69, e trovar più facilmente ragazze. Il medico sostiene che le condizioni fisiche e mentali di questo Ratelband sono effettivamente quelle di un uomo di 49 anni. Ratelband sarebbe pure pronto a rinunciare alla pensione, però il giudice non sembra disposto a dargli retta [Ferrigo, Sta].

L’arbitro picchiato a Roma, sciopero della categoria

Marcello Nicchi, presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia), aveva denunciato ad aprile la situazione gravissima che si verifica ogni settimana sui campi di calcio dei campionati minori: « Tantissimi ragazzi di 16 o 17 anni, nell’ultimo anno, sono finiti in pronto soccorso o hanno dovuto ricevere cure mediche dopo episodi di aggressioni in campo. Capita sempre più spesso che i genitori siano costretti a far smettere di arbitrare i figli». Ora, il fatto più grave, un giovane arbitro quasi ammazzato dai tifosi a Roma. I carabinieri danno la caccia a due giovani che hanno aggredito con schiaffi e pugni, e poi preso per la gola, Riccardo Bernardini, l’arbitro che aveva diretto la sfida del campionato Promozione tra Virtus Olympia San Basilio e Atletico Torrenova 1986. Alla fine della partita Bernardini, 24 anni, è stato scaraventato a terra e picchiato ferocemente da due tifosi della squadra di casa, infuriati per la sconfitta e per due espulsioni. A salvare Bernardini, che aveva perso i sensi, è stato il preparatore atletico del Torrenova Yuri Alviti, già capo ultrà degli Irriducibili della Lazio: «La partita era finita da pochi minuti, gli spogliatoi erano ancora chiusi quando abbiamo visto l’arbitro a terra, incosciente. Aveva perso sangue battendo la testa. Gli ho aperto i denti serrati, gli ho tirato fuori la lingua per non farlo soffocare e messo su un fianco e dopo un po’ si è ripreso. Eravamo tutti sconvolti». Oggi vertice al Viminale per analizzare il fenomeno. Intanto,  il presidente dell’Associazione arbitri Marcello Nicchi ha annunciato che questa settimana non invierà arbitri sui campi per tutte le partite in programma nei campionati dilettanti della Regione Lazio.

«Era furiosa, e come darle torto: quando i vertici dell’Aia si sono messi in contatto con lei per dirle quanto fossero dispiaciuti, la mamma di Riccardo Bernardini ha investito anche loro. Alla fine non ha più voglia di parlare. “Sono in ospedale da ieri, devo parlare con gli infermieri, con i medici. Mio figlio ha bisogno di antidolorifici e non è giusto. Quello che gli è successo è indecente”. Un altro pensiero lo ha affidato a un messaggio scritto: “Vi sono dei limiti oltre i quali l’idiozia dovrebbe essere controllata”» [Rep]

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