Dopo 13 giorni di quarantena sono riuscita “quasi” ad organizzare le mie giornate in modo da avere dei riti in determinate ore, cosicché la mia testa non si accorga che qualcosa è cambiato e che vada in profonda depressione.
Ma ho scoperto che la mia testa non è una cogliona e che ha capito benissimo che le cose sono cambiate e cambiate parecchio. Nonostante i miei tentativi di fuorviarla tra una sveglia più tarda, una colazione infiocchettata, stretching in videochiamata, doccia rilassante, creme profumate, uscita veloce con bassotti, rientro momento culinario… pranzo, chat, riposino… ripassino su fb, scheda funzionale con le mie ragazze, musica, cena, film, letto.
No, la mia testa ha capito, avoja se ha capito, fa finta di niente, ma ha capito, cerca di distrarsi come può, un ricordo, una fantasia e quando si affaccia un pensiero negativo lei gira gli occhi da un’altra parte e mi suggerisce:”fai un dolce va” oppure “scrivi”. Poi arriva il cuore e mi suggerisce: “piangi un pò va”, già perché il cuore è un’altra cosa, lui se ne fotte della razionalità e allora ti parla di mancanze.
Perché la tensione la posso sciogliere con un bel massaggio, le paure dominarle con la conoscenza, ma la mancanza? Per la mancanza non c’è niente da fare chi ti manca non c’è, è altrove non lo puoi raggiungere, non puoi vederlo, ne abbracciarlo anche solo per poco, non puoi non c’è nessuna autocertificazione per questo, non è una necessità primaria dicono… va bene, la mia testa lo sa e lo accetta… ma è il mio cuore che si ribella, eppure ci sarebbe tanto da imparare da lui, dal cuore intendo, si perché pur essendo rinchiuso in una gabbia non ha mai smesso di emozionarsi, di arrabbiarsi, di gioire, di amare… di vivere.
In questo momento le incognite sono tante, per tutti, per tutto, per quanto mi riguarda so che ne uscirò migliore, più forte, come tutte le volte che la vita mi ha sbattuto a terra, riprenderò in mano il mio lavoro e sarà migliore, riinizierò ad allenarmi come prima e di più, andrò in giro con la mia super panda ed andrò ovunque io voglia, perché dipende da me, solo da me.
Ma, nelle storie d’amore no, lì si è in due, ed è già complicato viverle normalmente figuriamoci distanti, senza piccoli istanti emozionanti, senza potersi sfiorare, guardare, abbracciare… e allora ognuno la vive come può tra un “Buongiorno amore “, un “mi manchi”, e “Buonanotte a domani”.
Non lo so se è vero che “L’assenza attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi, come il vento spegne le candele e ravviva l’incendio.” … Non lo so, penso che forse molte volte, in certe situazioni l’amore, tutto l’amore non basti… o forse si, basterebbe dirselo.