Nell’attesa che la scuola abolisca i voti e tenga il feedback, quello vero: condiviso, negoziato, discusso etc) ho sperimentato una forma nuova (per me) di “interrogazione“.
Premessa: classe nuova, quarto anno di liceo scientifico. Non propriamente innamorati del latino e neanche conoscitori dei rudimenti della lingua (la Dad, i prof che cambiano, la materia un poco ostica…).
Però spiego Cicerone, leggiamo e commentiamo Catilina (“quousque tandem, Catilina!”) parliamo di cento cose, fra cui: violenza e politica, omicidi politici, oppositori, Congresso del partito in Cina, finiamo col vedere il video dell’oppositore di Xi che viene allontanato.
Ci accordiamo: per la verifica, sceglieranno un pezzo di Cicerone a loro scelta, da commentare. Parte in italiano e parte in latino. Si scelgano loro una traduzione già esistente e “allineino” i due testi. Consiglio il tool Ugarit Aligner
Giunge il momento della verifica.
Ragazzi super eccitati.
Mi vogliono raccontare come si sono preparati (difficoltà, tempi, soluzioni, con chi hanno studiato).
E sia!!
Quindi l’interrogazione parte con la domanda: “Come ti sei preparata/o? Hai usato qualche tool? Dove hai reperito il testo latino? Etc..”.
Questo racconto del dietro le quinte per me è di straordinario interesse.
Devo rifare la griglia di valutazione e inserire tutte queste cose.
Devo partire da una base di valutazione diversa perché la “performance” non esprime tutto il lavoro fatto.
Detto fra noi, il passaggio da valutare conoscenze a valutare competenze si può fare anche così, senza clamore e senza spremersi il cervello in chissà che progettazioni.
La parola magica è: “scegliete”; l’altra parola magica è: “per quando pensate di essere pronti”?
Il clima cambia. E i ragazzi in genere rispondono.
Metto i voti, dopo colloquio individuale informale, con fare appositamente riluttante per mostrare come non siano la questione centrale.