Migliaia le persone scese in piazza nelle ultime 48 ore per manifestare contro la violenza. Due gli episodi che, in questi primi giorni di maggio, hanno scosso le coscienze: il ferimento di una bambina di 4 anni a Napoli e l’omicidio di un commerciante a Viterbo, già incupita da una brutta vicenda di violenza sessuale di gruppo. Due crimini efferati di troppo, che hanno scosso le coscienze tanto da portare migliaia di cittadini a manifestare in piazza, in maniera composta, per ridare voce a chi voce non ha più.
Noemi in un letto d’ospedale in condizioni gravi per un regolamento di conti tra clan e Norveo deceduto sotto la violenza di chi gli ha fracassato il cranio per pochi spiccioli. Due vittime di violenze avvenute in pieno giorno sotto gli occhi increduli di tutti, Noemi era in strada con la famiglia e Norveo nel suo negozio, senza timore di essere visti o riconosciuti, senza timore di spezzare una vita.
Napoli e Viterbo hanno alzato la testa e aperto il cuore, portando in piazza un fiume in piena di lacrime, commozione, coraggio unito in un assordante silenzio, in una notte fredda e buia, illuminata solo dal barlume di umanità e fratellanza che nei momenti disperati ci spinge a cercarci e a stare uniti, in piedi, compatti di fronte alla morte. Mentre gli inquirenti scavano nelle vite dei due esecutori, la stampa racconta al mondo ogni minuzioso dettaglio delle due vicende e la gente si interroga su come si sia potuti arrivare a tutto questo. L’indifferenza per piccole cose ne ha generate di più grandi e mentre siamo distratti dall’uso smodato della tecnologia, il mondo, là fuori, va a rotoli.