Ottanta migranti in fuga dalla Libia sarebbero dispersi in mare. Il gommone sul quale viaggiavano sarebbe naufragato non lontano dalle coste di Zarzis, a largo della Tunisia. A lanciare l’allarme, Chamseddine Marzoug, volontario di Allarm Phone, il centralino che aiuta i migranti nel Mediterraneo. Stando a Marzoug, solo in cinque sarebbero stati salvati e uno di loro, originario della Costa d’Avorio, è morto in ospedale. Dalla Tunisia fanno sapere che sono in corso ricerche nella speranza di trovare altri disperati.
Sempre ieri la barca a vela Alex della ong Mediterranea ha salvato 54 migranti, tra cui 12 donne, di cui una incinta in gravi condizioni, 4 bambini e diversi ragazzi, in zona Sar libica all’altezza delle piattaforme petrolifere. Il salvataggio, avvenuto contro il parere della guardia costiera di Roma che aveva dato istruzioni di lasciare l’intervento alle motovedette libiche, è stato effettuato secondo la ong per via delle condizioni critiche dei migranti e del gommone.
Ora la Alex, che batte bandiera tricolore, sta facendo rotta verso l’Italia tallonata da una motovedetta libica. Come nel caso della Sea Watch, anche il capitano della Alex che era in mare per osservazione, non ha intenzione di far tornate i migranti in Libia. «Abbiamo chiesto l’assegnazione urgente di Lampedusa come porto sicuro più vicino di sbarco», scrive su Twitter Mediterranea. «Li porti in Tunisia», replica Salvini.
Matteo Renzi ha scritto una lunga lettera a Repubblica in cui accusa il suo partito, il Pd, di essere stato «allarmista sui migranti e pavido sullo Ius Soli».
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