Intervistato da Lorenzo Cremonesi del Corriere della sera, il premier al-serraj ha detto che 800 mila disperati sono pronti a buttarsi in mare per raggiungere le coste italiane. La frase precisa è questa: «Ci sono oltre 800 mila persone, migranti africani e cittadini libici, gente arrivata di recente nei centri di accoglienza o semplicemente persone spaventate, che potrebbero cercare di raggiungere le coste italiane per fuggire all’incalzare dell’attacco delle forze di Haftar. Se la Libia diventa ancora più insicura, l’Europa deve prepararsi a subirne le conseguenze con ondate di arrivi di disperati. E le vostre polizie sanno bene che con loro possono esserci elementi criminali, oltre a unità di jihadisti pronte a colpire».
Alla domanda sul ruolo dei francesi, al-Serraj ha detto: «Stimo che la Francia abbia un ruolo importante per la relazione speciale che intrattiene con Haftar, tanto da poter frenare l’attacco contro Tripoli». A Roma il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha incontrato il ministro degli Esteri del Qatar Al Thani e il vicepremier libico Maitig. Il vicepremier Luigi Di Maio si trova in visita a Dubai (Emirati Arabi) assieme al sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Ha incontrato il ministro dell’Economia Sultan bin Saeed Al Mansouri e sollecitato gli Emirati a indurre il generale Haftar, che gli Emirati appoggiano, a più miti consigli.
Conte aveva anche un appuntamento telefonico con Donald Trump. Ma il presidente degli Stati Uniti lo ha rinviato. Il ritiro delle truppe Usa dalla Libia e l’indifferenza degli americani verso le ultime vicende vengono interpretate da Haftar come un via libera. Contro Haftar l’inviato speciale dell’Onu in Libia Ghassan Salamè ha sostenuto che quella dell’uomo forte della Cirenaica «non è operazione anti-terrorismo ma un colpo di Stato». Intanto a Tripoli il bilancio dei morti è salito a 147
[Cremonesi, Cds e Pelosi, Sole].
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