E così si scopre l’acqua calda: in alcuni podcast gli intervistati… pagano per essere lì. Sui media tradizionali potremmo parlare di “publiredazionali”, all’interno dell’etere digitale le cose non sono ancora invece chiare.
Secondo Bloomberg, alcuni ospiti pagano fino a 50.000 dollari per essere in onda nei podcast più di successo.
E qual’è il problema? La trasparenza. Negli anni la maggior parte delle piattaforme ha obbligato a chiarire quando un post o un video, o in generale un contenuto, sia frutto di una promozione a pagamento. Gli utenti devono sapere che quel brand, oggetto o servizio è stato citato o mostrato dall’influencer di turno per via di una partnership.
La stessa cosa dovrebbe accadere per i podcast che hanno successo e diffusione ormai acclarati.
Il business non sta a guardare e da poco è nato anche Guestio, un marketplace dove si incontrano domanda e offerta di comparsate a pagamento nei podcast (questa scommetto che non la sapevi).
Travis Chappell, fondatore e CEO di Guestio, sottolinea che persone/aziende spesso pagano società di pubbliche relazioni per aumentare la propria notorietà e sfruttuare anche i podcast. Perchè non saltare un anello della catena e raggiungere direttamente i podcaster? (chissà questo fenomeno quanto è già diffuso in Italia)
Direi che siamo ad un passo dal “Podcast placement” (sia chiaro, voglio la paternità del termine).