martedì 5 Novembre 2024
Il Pensiero LiberoPeggio di così...

Peggio di così…

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Chi ha  immaginato, sia pure per un solo momento, di poter ricostruire il Paese e di prendere quattrini in prestito (o, con minore verosimiglianza, a fondo perduto) dall’estero con l’attuale  Governo, raccogliticcio, impopolare e incompetente, si è sbagliato in modo radicale e totale. 

Il suo Presidente è quotidiamente bersaglio di critiche feroci che neppure una stampa  e una radiotelevisione “asservite”, più che amiche, riescono a mitigare. 
I video umoristici e le barzellette che circolano sui social in modo sempre più ripetuto e in misura sempre più numerosa e crescente gli hanno fatto perdere credibilità persino tra i borghesi più amanti dell’eloquio forbito ma privo di costrutto di tanti uomini politici di disarmante superficialità.

Il sedicente “capo del governo” (la dizione è mussoliniana e fa la pari con la richiesta di “pieni poteri” di nazistica memoria, tirata fuori dal ciarpame dimenticato per opera del “celtico” leaderdella Lega) si rende ripetutamente responsabile di errori madornali, di annunci mai seguiti dai fatti, di promesse “pauperistiche” da Stato assistenziale (sussidi, redditi di varie e fantasiose denominazioni, quote 100 e così via).

Occorre veramente un’ingenuità assoluta (inaccettabile a certi livelli politici  per i suoi risvolti suicidi; è il “classico” grido: Muoia Sansone con tutti i filistei!) o una malafede cinica e crudele nei confronti dei cittadini (tenuti in nessun conto), per non avvedersi dell’insostenibilità della situazione.

Peggio di queste due alternative, v’è solo la disistima, se non il disprezzo, per una popolazione ritenuta totalmente imbelle e incapace di uscire dal “percorso di gregge” che le viene indicato da pastori per giunta del tutto maldestri.
Enumerare le amenità di cui è stato capace di fare sfoggio (addirittura orgogliosamente) il governo in carica, nel doloroso frangente della pandemia di Covid19,  sarebbe un fuor d’opera, anche perché il lamento sarebbe, comunque, improduttivo di effetti, data la situazione di stallo assoluto.  

Eppure vale la pena di enumerare quelle di più eclatante rilievo.
1)    Si è cominciato con le strizzate d’occhio alla Cina (un uomo di governo tra le poche nozioni storiche di cui era in possesso aveva “scovato” la memoria della “Via della Seta” e l’aveva ritenuta il “fiore” da porre all’occhiello  della sua giacca) e si è continuato con gli abbracci ai cinesi, con la propaganda per i loro ristoranti.

2)    Si è passati, per finalità di lotta politica interna, al “dagli all’untore” contro le Regioni o le città non amministrate dai “giallo-rossi”.

3)    Si è ritenuto del tutto inutile e superfluo il Parlamento, pur dichiata tanto pomposamente quanto falsamente il “centro” della vita democratica del Paese. 

4)    Sono state inserite in provvedimenti amministrativi (scritti, come suole dirsi, “con i piedi”, misure e prescrizioni incomprensibili, illeggibili, inapplicabili.

5)    Sono apparse innumerevoli le amenità (quella del divieto di recarsi da Roma a Fregene per compiere chissà quali misfatti contro la salute pubblica nella “seconda casa” sarebbe meritevole di un Premio alla stupidità). 

6)    Si sono assunte misure controproducenti (il “calmiere” per le mascherine e il prezzo fissato autoritativamente in cinquanta centesimi, oltre a riportarci alla mente i tempi del Regime “puzzone” ha avuto l’effetto di fare scomparire la merce, pur prodotta in generosi quantitativi).

7)    Alcuni provvedimenti si sono dimostrati  “aberranti” (la liberazione dei boss mafiosi seguita dal grido guareschiano “Contrordine, compagni, abbiamo sbagliato!” e la mancata nomina di un magistrato a Capo delle Carceri per favorirne un altro meno “sgradito” ai detenuti di vario e differenziato “potere”.

8)    Si è caduti pienamente nel ridicolo  con la nomina di un esercito di esperti di varia specializzazione, di asserite task-force, di cabine di regia e con l’accavallarsi di competenze di anonimi burocrati che minacciavano tuoni e fulmini per loro conto, senza neppure consultarsi con l’autorità politica).

9)    I governanti hanno dato prova di essere totalmente incapaci di cogliere la vera essenza del problema italiano che non era quella di progettare la distribuzione di un reddito che non ci sarebbe stato più ma quella di creare le condizioni perché il processo produttivo riprendesse.

10) Per concludere il decalogo, senza che ciò significhi porre termine all’elecazione, un governo incapace e inadeguato si è guadagnato sul campo rimbrotti e vituperi di Autorità estere (Non vi diamo quattrini per le vostre “elemosine” demagogiche; sussidi, bonus, redditi di fantasiosa e varia denominazione e via dicendo e per le “creste” probabili che verranno fatte su di esse, data la vostra corruzione endemica!).

Domanda conclusiva: Con  la mancanza di ogni credibilità (fuori degli encomi della propaganda “di regime”, avallata a denti stretti  e nonostante tutto anche dall’Unione Europea) e con la disistima personale che molti degli attuali governanti si sono guadagnati, sul piano internazionale, anche con frasi di sconcertante avventatezza (si pensi a quella recente con cui si è voluto sottolineare la compatibilità dei rapporti con gli Stati Uniti d’America con quelli con  la Cina, sotto attacco di Trump), veramente c’è chi ritiene che l’Italia possa avviare la sua “ricostruzione”?






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