I due editoriali, affiancati quasi a volerne distinguere valenza e contenuti, toccano in realtà con approcci apparentemente distanti due questioni – entrambe cruciali – dell’attuale fase politica. In estrema sintesi queste le rispettive tesi. Galli della Loggia, proseguendo nella sua analisi sulle élites, sostiene che oggi ci troviamo di fronte a un governo dell’irresponsabilità. E indica, al riguardo, un riferimento storico: l’Italia a cavallo tra il 19^ e il 20^ secolo. Panebianco, volando meno in alto, prefigura dopo le inevitabili elezioni più o meno anticipate uno sbocco governativo di centro-destra (immaginiamo Salvini con le appendici di Berlusconi e di Meloni) e un’opposizione guidata dal Movimento 5 Stelle unito a un PD a esso sostanzialmente sottomesso, anche perché ulteriormente depotenziato da una scissione (che Panebianco definisce di destra) contraria a una deriva siffatta. Anche Panebianco, a sua volta, segnala un parallelo storico (solo un poco più recente): quello della scissione socialista di Palazzo Barberini. I nuovi saragattiani sarebbero appunto gli alleati (nell’opposizione va da sé) al M5S. Vengo ad alcune brevi postille. È vero, oggi viviamo dominati dalla irresponsabilità. Non a caso ho scritto “dominati”. Come ci ha insegnato
Gramsci un potere può esercitarsi con il dominio (usando cioè la forza, in questo caso quella oggettiva di una diffusa e non contrastata ignoranza). Ma può esercitarsi pure con l’egemonia (nelle forme, in democrazia sempre più difficili, del consenso). A cavallo dei due secoli scorsi, le risposte alla crisi asperrima di fine Ottocento furono da una parte quella (senz’altro reazionaria) del “Torniamo allo Statuto” di Sidney Sonnino e quella (senza dubbio riformista) di Giovanni Giolitti.
Col senno di poi, sappiamo come allora finirono le cose. Ma sappiano altresì come quella risposta (pur a lungo egemonica) non riuscì poi né a evitare la grande guerra, né tanto meno lo sbocco del fascismo. Mi pare a questo punto di poter dire che l’editoriale di Panebianco completi quello di Della Loggia, anche se entrambi non mi sembra offrano una soluzione compiuta ai problemi che pongono (una soluzione peraltro oggi difficile da identificare). Mi permetto solo di aggiungere che,
a fronte alle presenti (e talora un po’ scoranti) diatribe congressuali del PD, vedere in Renzi e nei governi da lui direttamente o indirettamente impersonati, costituisce un errore. Renzi ha commesso molti sbagli (per cultura storica un po’ parziale? per arroganza? per ubris di … dominio), ma ha comunque tentato nei limiti delle possibilità date di governare una democrazia ardua, senza scivolare nell’adulazione smaccata dell’ignoranza populista (e nei guasti politici, economici, culturali e – direi soprattutto – umani che ne sono alla fine conseguiti).
Postille agli editoriali di Galli della Loggia e Panebianco
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