(Un ricordo del nipote Sandro Fontana) Sono passati quaranta anni da quella sera. Era il 31 Dicembre pomeriggio. Da pochi mesi eravamo separati. Sentii squillare il telefono e Maria Vittoria mi disse che “il nonno” stava morendo. Corsi in quella casa, dove avevo passato molte ore di quegli anni. La notizia si era sparsa ed anche in quella serata particolare i compagni e la politica avevano saputo. Pietro Nenni era in fin di vita. Qualcuno cominciava a venire, a chiedere. I ricordi sono un po’ confusi. I vecchi amici di Gaeta, le persone a lui più vicine erano lì. Silenzio e commozione. Qualche parola appena sussurrata. Sentivamo che un pezzo della storia dell’ Italia migliore se ne andava. I dirigenti comunisti furono i primi a bussare a quella porta di piazza Adriana. Un riconoscimento forse tardivo ad un compagno, che tanto aveva fatto per gli ideali socialisti nella sua lunga esemplare vita. Tra essi ricordo Giorgio Amendola e Pio LaTorre. Erano assieme. Tutti e due alti, magri e ieratici. Il primo con il tumore allo stato terminale. Il secondo sarebbe morto due anni dopo assassinato dai sicari di Totò Reina. Eppoi altri uomini politici.
Ricordo ancora che non riuscivano a trovare Craxi e Signorile in vacanza e non reperibili. Cose che succedono e succedevano. Nessuna critica malevola. Erano giovani. Uno dei due era a pesca d’altura. Così si diceva. La mattina dopo furono finalmente rintracciati.
Sandro Pertini venne la mattina del primo Gennaio. E volle essere solo con la salma di Pietro Nenni. Lo chiese quasi urlando. Fece chiudere le porte. Era visibilmente sconvolto.
Questi sono ricordi, impressioni di cronaca. Cose che molti sanno. Mi sembra giusto averle ricordate. Ero lì.
Firmato: Sandro Fontana