Pubblichiamo un post della scrittrice Michela Murgia, segnalatoci da un attento lettore, condividendone ogni parola.
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore
perché ha guardato l’umiltà della sua serva
d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e santo è il suo nome
Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono
Ha spiegato la potenza del suo braccio
Ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore
Ha rovesciato i potenti dai troni
Ha innalzato gli umili
Ha ricolmato di beni gli affamati
Ha rimandato i ricchi a mani vuote
Ha soccorso Israele suo servo
ricordandosi della sua misericordia
come aveva promesso ai nostri padri
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre
(La Vergine Maria, Vangelo di Luca, 1,46-55)
Questi giorni di vergogna saranno studiati sui libri di storia.
Per la disumanità, per l’odio organizzato contro l’umile, l’affamato, il debole, il perseguitato, l’emarginato che cerca giustizia. Per la gara a chi aveva la pensata più crudele. Per la pavididità dei complici di quell’odio, quelli che “ho votato, ma mi dissocio”, quelli che uno stipendio da parlamentare vale più delle vite umane che avete condannato a morire in acqua, più della libertà di dissentire che avete condannato a morire in terra, più di tutta la storia che state sporcando.
Finché avremo fiato combatteremo questa legge e la vostra disumana visione del mondo e alla fine renderete conto di ogni cosa:
dei morti in mare, della persecuzione della solidarietà, delle cariche della polizia contro chi protesta, del razzismo tornato senza più vergogna, del paese diviso e pieno di rabbia, dei soldi rubati e della paura delle persone alle quali invece che dare serenità avete venduto armi da puntare contro ogni diverso.
Quel giorno, ne sono convinta, renderete conto anche del furto del nome di una donna, Maria, che l’unica volta che ha parlato del suo Dio nel Vangelo lo ha fatto per dire da che parte stava: quella degli ultimi, mai quella di chi li perseguita.
Michela Murgia