di Ernesto AUCI*
In campagna elettorale un messaggio efficace deve basarsi su alcune chiare affermazioni e proposte. Ritengo quindi si debba puntare su tre punti:
1) Ridurre lo spread
La cosa più utile che questo governo potrebbe fare per rilanciare l’economia è ridurre lo spread che all’attuale livello danneggia non solo il bilancio della Stato, ma quello delle banche e delle imprese scoraggiando gli investimenti. Per farlo occorrerebbe cambiare completamente l’attuale politica economica. Tornare al livello della Spagna o addirittura puntare a quello della Francia significa risparmiare in interessi per lo Stato circa 5-6 miliardi solo in primo anno che raddoppierebbero il secondo. Aumenterebbe il credito bancario e le imprese potrebbero operare con minori oneri. Ma questo governo non è in grandi di farlo. Deve andar via al più presto ed essere sostituito da chi ha una reputazione tale da ripristinare la credibilità che abbiamo perduto a Bruxelles e sui mercati. Il solo ripristino della fiducia sull’avvenire dell’ Italia aiuterebbe il bilancio dello Stato e rilancerebbe l’economia.
2) Basta regali, le illusioni generano disastri
Per essere meritevole di fiducia una forza politica deve dire chiaramente agli italiani che che è vano e controproducente chiedere al governo nuovi regali come quelli promessi dai grillo-leghisti. Molti cittadini stanno capendo che le illusioni generano disastri. Quello che si deve chiedere, e le forze politiche responsabili devono offrire, è la LUNGIMIRANZA, e cioè la capacità e la determinazione ad operare per salvaguardare il paese dai pericoli che possono derivare da fuori e da dentro. Questo significa offrire sicurezza a tutti i cittadini che qualcuno vigila affinchè non si ripetano crisi disastrose come quella del 2008-2011. E questo dovrebbe ripristinare la fiducia nel futuro, una fiducia che spinge le persone a lavorare ed a investire contribuendo così a rendere più solida la nostra economia e più equa la società.
3) Affrontare la “questione salariale”
I salari sono praticamente fermi da molti anni. Questa è la conseguenza della crisi della produttività praticamente bloccata da oltre un ventennio. Ma affrontare la “questione salariale” non vuol dire solo ridurre le tasse sul lavoro o innalzare i salari per legge, ma occorre affrontare quei cambiamenti che consentano di aumentare la competitività (parola che non compare mai nel “contratto” dell’attuale governo). Si tratta di investire in ricerca ed innovazione ed in formazione per giovani ed anziani, facendo funzionare un mercato ben regolato ed evitando la crescente ingerenza statale in tutti i gangli del sistema produttivo. Bisogna far funzionare bene le banche, non per difendere i banchieri, ma per evitare che non ci sia credito sufficiente con grande danno specie per le PMI. L’attacco che l’attuale governo sta portando alla Banca d’Italia ed alle banche in generale, non sembra mosso da esigenze di giustizia e trasparenza. A pensar male si fa peccato ma… c’è il fondato sospetto che questo governo voglia in realtà mettere le mani sull’oro o sul risparmio degli italiani per continuare a spendere ed alimentare così la propria base clientelare. Insomma per evitare la bancarotta si pensa ad una patrimoniale implicita prendendo i soldi dalle banche o esplicita come vuole l’ineffabile nuovo segretario della CGIL Landini.
Lungimiranza, fiducia, calo dello spread, più lavoro e più salario, niente nuove tasse, meno che mai patrimoniali: queste le parole d’ordine di una forza politica che dopo l’ubriacatura populista, punta ad offrire agli italiani una prospettiva positiva ancorata alla realtà.
*Ernesto Auci (Roma, 9 febbraio 1946) è un giornalista e politico italiano, già direttore de Il Sole 24 ORE dal 1997 al 2001, deputato nella XVII legislatura.