Dopo l’intervento di Simone, il ragazzino quindicenne di Torre Maura che da solo ha manifestato (ma soprattutto ARGOMENTATO), contro una manifestazione di Casapound, dimostrando che esiste chi la pensa diversamente, con la famosa frase “Non me sta bene che no!” #nonmestabenecheno, sono arrivati consensi e critiche.
Tra le critiche una ha destato l’attenzione dei media, si tratta del commento della giornalista e scrittrice Elena Stancanelli secondo cui: “Simone sarà pure coraggioso, ma non sa parlare italiano”.
Ora quando qualcuno etichetta certi “intellettuali”, politici od elettori di sinistra con l’appellativo “radical chic” pensa proprio ad un personaggio del genere, che davanti al coraggio di un ragazzino, niente altro sa dire, se non che non si sia espresso in italiano corretto.
Meno male che ci hanno pensato i professori di Simone, Fabrizio Comparelli sulla sua pagina Facebook e Gianluca Costante con una dichiarazione all’Ansa, a sistemare le cose…
Gianluca Costante: “Simone ha detto cose intelligenti e soprattutto coraggiose, esponendosi in una situazione difficile. La competenza linguistica consiste anche nel saper adottare registri differenti a seconda delle circostanze. Il ragazzo si è espresso correttamente: si rivolgeva a Casapound e non certo ad un gruppo di illustri accademici” (fonte Ansa).