L’Università di Jaén vuole sviluppare un sistema complesso di sensoristica, con elaborazione dati con intelligenza artificiale per replicare l’attività dell’uomo in frantoio. I dati in cloud dovrebbero poi servire a migliorare in continuo l’impianto.
Lo spin-off dell’Università di Jaén Integración Sensorial y Robótica S.L. ha presentato a Expoliva 2019 il progetto “Sensores humanoides para la caracterización del aceite de oliva”, che mira a studiare e sviluppare sensorialità integrabili nel processo di produzione dell’olio vergine di oliva per migliorarlo dal punto di vista qualitativo e quantitativo del sistema.
Il ricercatore dell’UJA Diego Manuel Martínez, direttore tecnico di Sensory Integration and Robotics SL, ha spiegato che “la nostra idea è quella di integrare, in quello che è il frantoio, un sistema intelligente che emula il lavoro del maestro oleario, dal punto di vista dei sensi: della vista, del gusto e dell’olfatto. Così stiamo cercando di adattare le capacità sensoriali della persona in sistemi tecnologici avanzati basati su elettronica, comunicazioni ed elaborazione in cloud”.
In questo senso, il progetto prevede lo sviluppo di sistemi sensoriali umanoidi, da un lato, con sistemi di computer vision (che possono essere installati nella linea di estrazione per valutare le condizioni del frutto all’ingresso), dall’altro sensori basati su nasi artificiali che possono valutare la qualità o la percezione sensoriale che un panel di degustazione può determinare in laboratorio, ma in questo caso in linea di processo utilizzando un naso elettronico artificiale.
“L’idea non è che questi sensori funzionino da soli, ma che siano tutti introdotti in un sistema globale e collegati in cloud, in modo da poter monitorare l’intero processo dall’inizio alla fine”, ha spiegato Diego M. Martínez.