Se non dici niente non è che non dici niente, se non dici niente avalli quello che c’è così com’è! Quando affermo che che comunicazione è una Killer Skill non mi riferisco solo alla competenza necessaria a trovare o cambiare lavoro.
Parlo di Killer Skill perché la PAROLA – di cui si nutre gran parte della comunicazione professionale – è un potere.
Enorme
È una delle risorse a disposizione di chiunque voglia partecipare alla costruzione di un Futuro del lavoro più desiderabile, sostenibile, significativo, inclusivo e rispettoso, evoluto…
Ora, possiamo dirci quello che vogliamo,
possiamo fare del benaltrismo pure sulle competenze trasversali,
possiamo ribadire che in fondo ciò che conta è lavorare bene,
possiamo tirare in ballo il nostro ombelico e farne il centro del mondo,
possiamo puntare il dito contro chi non collabora, contro il mercato del lavoro, contro chi fa recruiting e chi fa comunicazione,
possiamo dire che è colpa di qualcun altro (di solito è pure vero),
possiamo crogiolarci e consolarci nel pensiero che tanto “sono cose più grandi di noi”,
possiamo addurre un bastimento di buone ragioni per non imparare a comunicare…
Purché, sia chiaro, che dietro a quel rifiuto c’è una ritirata e un implicito supporto al sistema per com’è ora.
L’alternativa è usare le parole e la comunicazione per costruire significati condivisi e immaginari collettivi nuovi, e contribuire così a disegnare un mondo del lavoro nuovo.
La trasformazione passa necessariamente anche da questo.
E si nutre di azioni quotidiane: scrivere email, emanare circolari, pubblicare post, inviare CV, rispondere e interagire a contenuti altrui, dare feedback, esprimere opinioni, condividere idee e pensieri…
Come sempre, si tratta di scegliere.
Con la consapevolezza che non esistono le non scelte.