La Commissione ha pubblicato i risultati di una campagna di ricerca paneuropea sui prodotti alimentari da cui emerge che alcuni cibi presenti a scaffale in differenti mercati, pur avendo una diversa composizione, recano un marchio identico o simile.
Sin dal suo discorso sullo stato dell’Unione del 2017, il Presidente Jean-Claude Juncker si è impegnato ad affrontare il problema delle differenze di qualità dei prodotti. La Commissione europea ha promosso diverse iniziative e ha pubblicato oggi uno studio basato sull’analisi di prodotti alimentari secondo una stessa metodologia in tutta l’UE, per meglio comprendere il fenomeno delle differenze di qualità dei prodotti. Dall’analisi condotta dal Centro comune di ricerca (JRC, il servizio interno della Commissione europea per la scienza e la conoscenza) su 1 400 prodotti alimentari in 19 paesi dell’UE è risultato che il 9% dei prodotti messi a confronto differiva per composizione sebbene la parte anteriore della confezione fosse identica. Per un altro 22% dei prodotti, per i quali sono state rilevate differenze di composizione, la parte anteriore della confezione era simile. Lo studio non ha messo in evidenza un modello geografico coerente. In base alla nuova metodologia messa a punto, le autorità nazionali competenti saranno ora in grado di effettuare caso per caso l’analisi necessaria a individuare le pratiche ingannevoli vietate dal diritto dei consumatori dell’UE.
Principali risultati
Lo studio ha analizzato 1 380 esemplari di 128 diversi prodotti alimentari di 19 Stati membri. Tuttavia si tratta di un campione non rappresentativo della grande varietà di prodotti alimentari disponibili sul mercato dell’UE. Dallo studio è emerso che:
- nella maggioranza dei casi la composizione dei prodotti coincideva con il modo in cui erano presentati: per il 23% dei prodotti quanto indicato sulla parte anteriore dell’a confezione e la composizione coincidevano, mentre – per il 27% dei prodotti a una diversa composizione corrispondeva una diversa parte anteriore della confezione;
- il 9% dei prodotti presentati come identici nei diversi paesi dell’UE aveva una composizione diversa: tali prodotti presentavano una parte anteriore della confezione identica ma una composizione differente.
- Un altro 22% dei prodotti presentati in modo simile aveva una composizione differente: tali prodotti presentavano una parte anteriore della confezione simile ma una composizione differente.
- non è stato rilevato alcun modello geografico coerente per quanto riguarda l’uso di imballaggi identici o simili per prodotti con una composizione differente. Inoltre le differenze di composizione rilevate nei prodotti analizzati non implicano necessariamente una differenza di qualità.
Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport e responsabile per il Centro comune di ricerca, ha dichiarato: “Alcuni cittadini europei ritengono che i prodotti alimentari di marca che acquistano siano diversi, se non di peggior qualità, rispetto a quelli disponibili altrove. La Commissione ha invitato i nostri scienziati a contribuire a una valutazione oggettiva della portata di tali differenze nel mercato unico. I risultati non sono omogenei: se da un lato mi fa piacere che non vi sia alcuna prova di un divario tra est e ovest nella composizione dei prodotti alimentari di marca, dall’altro mi preoccupa il fatto che per quasi un terzo dei prodotti analizzati sia stata rilevata una composizione differente nonostante il marchio identico o simile.”
La Commissaria responsabile per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Věra Jourová, ha dichiarato: “Nel mercato unico europeo non saranno ammessi doppi standard. Con le nuove norme che penalizzano le differenze di qualità e rafforzano i poteri delle autorità di tutela dei consumatori abbiamo gli strumenti necessari per porre fine a questa pratica. I consumatori europei saranno in grado di fare acquisti in piena fiducia, certi di acquistare il prodotto che vedono.”