Inaugura la stagione teatrale del Teatro Quirino di Roma Piccoli crimini coniugali di Éric-Emmanuel Schmitt, adattato e diretto da Michele Placido, che ne è anche l’interprete insieme ad Anna Bonaiuto.
Katia Ippaso su Il Messaggero: «È costruito come un romanzo giallo Piccoli crimini coniugali di Éric-Emmanuel Schmitt. […] Ed è l’occasione per abbozzare un identikit non solo del personaggio maschile – Marco, scrittore di gialli che in seguito a un incidente sembra perdere la memoria –, ma anche dello stesso Placido, che qui è attore e regista. All’inizio della pièce, una coppia rientra a casa. Si dice che Marco è stato appena dimesso dall’ospedale. Ma può un uomo che non ricorda più niente parlare in maniera così articolata? “Appunto, è un primo indizio di qualcosa che non quadra”. Lisa, la moglie, apparentemente vorrebbe fargli riprendere confidenza con la loro vita quotidiana. Ma presto si capisce che sta mentendo. Anche Marco non dice la verità. Nella vita, lei tende a camuffare o svelare la realtà? “Con l’età, ho capito che devo dire solo bugie. Questo non vuol dire che io menta a mia moglie o ai miei figli, ma dico delle verità un po’ distorte. Da ragazzo, invece, dicevo sempre la verità, ed ero frainteso”. […] Un altro tema chiave dell’opera è la memoria. Lei cosa tende a ricordare e cosa scarta? “Io non amo ricordare, e credo che sia la mia fortuna. Mi spiego meglio: sono così proiettato nel futuro che per me questo attimo è già passato. Naturalmente ricordo bene la morte di mio padre e di mia madre. Ma la mia memoria funziona in modo da proteggermi. Nel lavoro, è l’opposto. Nella mia mente vivono interi repertori”».
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