Di Ilaria Iuliano
Sono sul letto a fissare il soffitto ormai sopraffatta dalla noia. La quarantena si presenta come una prigionia interminabile, mi è concesso solo di evadere con la mente perché la porta di casa ormai è chiusa a doppia mandata. Ho imparato che il tempo scorre indifferente trascinando con sé la vita anche se non è permesso viverla.
I secondi, i minuti, le ore scandiscono l’esistenza e accrescono l’asfissia. Allontano l’angoscia pensando che prima o poi arriverà il giorno tanto atteso. Arriverà il giorno della libertà e il mondo ritornerà nel suo solito moto frenetico senza aver paura. Il paese, l’Italia, il mondo esulterà come se avesse vinto una delle guerre più importanti della storia dell’umanità.
Si respirerà felicità e spensieratezza.
Chiudo gli occhi e penso al giorno in cui potrò finalmente varcare la soglia che separa il dentro e il fuori, libertà e reclusione. Sarà meraviglioso tutto quello che prima era banale normalità.
La natura ha chiesto un time-out affinché l’uomo si fermasse a riflettere e si rendesse conto che niente era scontato. Il mondo distratto dalle frivolezze rischiava di perdere la bellezza della semplicità. Solo ora si accorgerà che la vita è imprevedibile e che la salvezza sta nella solidarietà.
Si accorgerà dell’inadeguatezza dei confini e dei muri porgendo la mano a chi si perde in mare e a chi ha perso il lavoro… smetterà di inquinare il cielo, ignorerà i social network e apprezzerà l’unicità dei gesti, butterà le cuffiette e popolerà i prati di chitarre e canzoni stonate. L’umanità comprenderà che la vera vita si percepisce nella purezza dell’attimo che scalda il cuore. Speriamo…
Dunque mi sono chiesta: Qual è la prima cosa che farò quando tutto questo sarà finito?
Vivrò ogni giorno come se fosse l’intera vita!