Scoppia lo scandalo in Inghilterra dove i consumatori si chiedono se l’olio di oliva sia poi tanto salutare e sostenibile se, per produrlo, vengono uccisi milioni di uccelli migratori. Si parte da una notizia vera ma si rischia facilmente di sconfinare nella disinformazione.
I supermercati britannici hanno ammesso, come scrive il The Telegraph, che potrebbero vendere olio d’oliva prodotto in modo tale che milioni di uccelli canori vengano uccisi ogni anno, ma promettono di indagare sulle loro fonti di approvvigionamento.
Uccelli come pettirossi, cardellini, verdoni, fringuelli, usignoli sono tra i più colpiti durante la stagione della raccolta che va da ottobre a gennaio. I risultati della rivista Nature hanno suggerito che in un anno, nella sola Spagna, sono stati uccisi oltre due milioni di uccelli.
La campagna stampa inglese ha portato alla pubblicazione, sul noto portale change.org, di diverse petizioni per bandire la raccolta notturna delle olive che hanno raccolto migliaia di adesioni in pochi giorni.
Tutto deriva da uno studio, già pubblicato da Teatro Naturale il 30 novembre 2018, in cui si indica che la cifra di 2,6 milioni di uccelli uccisi durante la raccolta in notturna è una stima. Sulla base di questi risultati l’associazione ambientalista Ecologistas en Acción ha chiesto al presidente della Junta de Andalucía il divieto immediato di raccolta notturna delle olive con mezzi meccanici negli oliveti superintensivi. Una pratica ancora non in uso negli oliveti superintensivi italiani.
Il potenziale danno ecologico è dovuto alla raccolta in notturna con macchine scavallatrici di oliveti superintensivi. Gli uccelli migratori, che trovano rifugio in queste siepi di olivi, rischiano di essere accecati dai fari delle raccoglitrici e di morire a seguito del passaggio delle macchine.
Ovviamente la stampa britannica ha cercato di cavalcare la notizia con una buona dose di scandalismo, affermando che i supermercati britannici vendono oli di oliva prodotti con questo metodo ecologicamente distruttivo.
Supermercati come Waitrose, Tesco e Sainsbury’s non hanno potuto confermare se le marche che hanno in magazzino sono raccolte a macchina di notte. Un portavoce di Tesco ha detto che il supermercato sta indagando su come vengono raccolte le olive per i suoi oli, dopo le preoccupazioni sollevate dai clienti. I portavoce di Waitrose e Sainsbury hanno confermato che le loro olive e i loro prodotti a marchio proprio vengono raccolti a mano, ma non hanno confermato se le altre marche in loro possesso sono altrettanto etiche.
Il grande marchio di olio d’oliva Filippo Berio sta indagando sulla sua provenienza delle olive dopo essere stato contattato. Un portavoce ha detto in una dichiarazione: “Per quanto ci risulta, tutte le cooperative che Filippo Berio acquista l’olio d’oliva hanno frantoi che lavorano di giorno e puliscono di notte. Terremo aggiornati i consumatori quando e come avremo maggiori informazioni”.
Fin qui la reazione preoccupata di GDO e aziende di imbottigliamento che probabilmente dovranno presto attrezzarsi per certificare che il prodotto da loro confezionato e venduto non rischia di uccidere gli uccelli migratori.
Va detto che la raccolta manuale non è l’unica rispettosa dell’ambiente. La stessa raccolta con scavallatrici durante il giorno non rischia di portare alla morte degli uccelli migratori. Ovvio che anche la raccolta con macchine scuotitrici non ha alcuna conseguenza ecologica.
A fronte di legittime preoccupazioni e qualche disinformazione, come se solo le olive raccolte a mano fossero ecologicamente sostenibili e rispettose degli uccelli, vi sono anche anche informazioni palesemente errate date dagli organi di stampa britannici.
Per esempio, scrive The Telegraph: “i consumatori che vogliono essere sicuri di utilizzare olio d’oliva bird-safe dovrebbero controllare che le marche italiane abbiano il bollino “GIAHS FAO” che sta per “Globally Important Agricultural Heritage System”, che significa che viene raccolto a mano.”
Questa è proprio una fake news. Il riconoscimento GIAHS FAO è dato a territori, specifici e limitati, come la Fascia olivetata Assisi Spoleto, che hanno una tradizione, storia e specificità colturali e agricole tali da poterle distinguere da ogni altra area internazionale. Nulla obbliga gli olivicoltori ad attenersi a determinate prassi tecnico-agronomiche.